Guida turistica

lucio

Shalom! Mi chiamo Luciano e vivo in un kibbutz ai confini col Libano. Vivo in Israele dal 1976 e ho accumulato una quantità enorme di esperienze, informazioni e conoscenze che sarei felice di condividere con voi. Sono una guida turistica autorizzata, mi occupo principalmente di storia, religioni, minoranze etniche, gastronomia, natura e soprattutto rapporti umani.

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25 aprile e partigiani ebrei

Di Luciano Assin

Guida turistica in Israele

In onore al 25 aprile allego il link di ZOG NIT KEYNMOL (non dire mai in yiddish), l’inno dei partigiani ebrei che hanno combattuto il nazifascismo in tutto europa. Si calcola che nella sola Europa orientale ci fossero più di 30.000 ebrei arruolati nelle unità partigiane. Un testo “scritto col sangue e non con la matita”. Numerosissimi (circa 2000) furono gli ebrei italiani che parteciparono attivamente alla Resistenza (1000 inquadrati come partigiani e 1000 in veste di “patrioti”), con la massima concentrazione (circa 700) in Piemonte. La percentuale, pari al 4 per cento della popolazione ebraica italiana, fu di gran lunga superiore a quella degli italiani nel loro complesso.

Eccovi la traduzione del testo

Non dire mai che questo è il tuo ultimo cammino,

anche se le nuvole bloccano la luce del giorno.

Questo è il giorno al quale aneliamo, sorgerà e verrà

e i nostri passi ancora risuoneranno: siamo qua!

Dalla terra della palma alle gelide lontananze

noi siamo qua col nostro dolore, la nostra pena,

ovunque sia caduta una goccia di sangue,

da là emanerà il nostro coraggio e il nostro spirito.

Lo splendore dell’alba illuminerà il nostro giorno,

prenderà il posto dell’oppressore e dell’ieri, come l’ombra.

Ma se la notte tarderà a portare la luce,

allora questo canto sia un segnale per le generazioni a venire.

Con scrittura di sangue e piombo è stato scritto,

non è una canzone su un uccello, sulla libertà o sull’orizzonte.

Tra muri che crollano un popolo ha cantato questo canto,

lo ha cantato unito con le granate in mano.

Non dire mai che questo è il tuo ultimo cammino,

anche se le nuvole bloccano la luce del giorno.

Questo è il giorno al quale aneliamo, sorgerà e verrà

e i nostri passi ancora risuoneranno: siamo qua!

Le mie prigioni

di Luciano Assin

Guida turistica per Israele

Sarà un brutto Pesah quello che comincia stasera. Duecento giorni dopo la strage del 7 ottobre ancora 134 israeliani sono detenuti in condizioni disumane dagli aguzzini di Hamas. Secondo alcune voci solta una quarantina sarebbero ancora in vita. Fra di loro bambini di otto mesi e anziani ultra ottantenni. Fra gli ostaggi ci sono anche arabi israeliani e lavoratori stranieri, un tragico promemoria che sottolinea una volta di più come il terrore non guarda in faccia a nessuno.  Che senso ha? E’ veramente questa la tanto osannata “resistenza palestinese”? Ecco la lista completa di chi ancora aspetta di uscire da questo lunghissimo tunnel dal quale non filtra per il momento nessuna luce.

Vi invito a leggere le loro storie.

Un popolo di supereroi

di Luciano Assin

Guida turistica per Israele

Cosa accomununano Superman, Batman, l’Uomo ragno, Capitan America, i Fantastici 4, e probabilmente tanti altri supereroi che mi sono perso per strada? La risposta è abbastanza sorprendente: sono tutti nati dalla mente di sceneggiatori e disegnatori di origine ebraica. Per saperne di più vi rimando a questo interessante articolo di Cinzia Leone.

Ma l’articolo in questione è solo il pretesto per introdurvi nel tema di questo post: una delle canzoni più gettonate in questo triste e luttuoso periodo che ci accompagna dal 7 ottobre e che ha per titolo per l’appunto “Un popolo di supereroi“.

Il testo è molto significativo e rivelatore della doppia vita che hanno molti israeliani, quella civile che li coinvolge per la maggior parte del tempo e quella militare visto che ogni soldato congedato può essere richiamato come riservista fino ad un mese all’anno. Generalmente il periodo della riserva, miluim in ebraico, termina verso i 40 anni, ma conosco moltissime persone di 60-70 anni che continuano volontariamente e non hanno nessuna intenzione di smettere.

Vi consiglio di veder il videoclip fino al termine, la fine, oltre ad essere molto simpatica, rappresenta in pieno questo continuo equilibrio fra l’aspirazione ad una vita normale e la realtà che ci circonda. Eccovi le parole del testo alla fine del quale troverete un breve glossario per comprendere meglio alcuni passaggi.

Un popolo di supereroi

Il prof. di studi biblici si trova nella brigata Ghivati/La maestra di ebraico nell’intelligence, il vicino del piano di sopra è un appaltatore, ma da un mese fa il riservista.

L’avvocatessa è ufficiale operazioni e fa i turni nel comando del corpo d’armata/ suo fratello, un alto dirigente high tech, adesso è un cecchino sui tetti della striscia di Gaza

La severa direttrice della banca è vice comandante di un battaglione di stanza in Cisgiordania/ Doron, il proprietario di un negozio di giocattoli comanda un’unità di carri armati

Ed il nostro caro Amedi/che solitamente canta a Cesarea/ è combattente nel genio militare/ ora è convalescente dopo essere stato ferito a Gaza

Ritornello: E’ vero, sembriamo tutti normali, ma siamo un popolo di supereroi, dietro ognuno di noi si nasconde un soldato pronto a salvare il mondo.

L’autista d’autobus della compagnia Dan, quello sempre puntuale, adesso è comandante di una batteria di artiglieria vicino (il Kibbutz) Nir Am. Lo studente del politecnico impegnato con la laurea adesso è capitano sul fronte nord da più di un mese.

C’è la modella paramedica/l’elettricista mitragliere/ e Yoni, un virtuoso sassofonista in forza ad un’unità di commando/ognuno ha un’armadio nascosto od una cassa ben equipaggiata con dentro la divisa ed il mantello di riservista/ sempre pronti alla sfida

Ritornello: E’ vero, sembriamo tutti normali, ma siamo un popolo di supereroi, dietro ognuno di noi si nasconde un soldato pronto a salvare il mondo.

Non importa se verrai chiamato nel mezzo della tua vita normale o durante una partita di calcio/ognuno lascerà tutto se ti chiama la bandiera

Non è un universo parallelo nè la realtà dei films della Marvel. E’ la nostra storia, del popolo d’Israele

Glossario

La brigata Ghivati è una delle 4 brigate di fanteria dell’IDF insieme a Nahal, Golani e paracadutisti.

Il “nostro caro Amedi” è il cantante e attore israeliano Idan Amedi, noto al pubblico italiano per aver fatto parte del cast della fortunata serie tv Fauda.

Personalmente avrei preferito un titolo diverso, tipo “Combattenti nostro malgrado” ma il testo rispecchia in pieno l’animo e lo spirito degli israeliani che vi ricordo è composto non solo da ebrei ma anche da musulmani, cristiani, circassi, drusi ed altre minoranze.

Generale e gentiluomo

di Luciano Assin

Guida turistica per Israele

Ancora non è possibile prevedere come finirà la guerra iniziata il 7/10/23 fra Hammas e Israele ma posso già affermare che uno dei protagonisti indiscussi di questo periodo è un ufficiale fino a poco tempo fa sconosciuto ai più in Israele, per non parlare del resto del mondo. E’ un General Brigadiere di 48 anni, il suo nome è Daniel Agari attuale portavoce dell’esercito. Una carica questa, considerata marginale e poco rilevante, ma grazie all’intensità della guerra e alle emozioni che sta provocando è diventato un incarico chiave per spiegare e chiarire l’andamento del conflitto in corso.

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Fiori nella canna (del carro armato)

di Luciano Assin

Guida turistica per Israele

Nel bel mezzo dell’attuale guerra in corso voglio proporvi una vecchia canzone israeliana che ha come sfondo proprio la striscia di Gaza. Si chiama “Fiori nella canna” che, sottointeso, è quella del cannone. La canzone venne composta nel 1970, tre anni dopo la guerra dei 6 giorni rispecchiando l’atmosfera ottimistica che impermeava allora la società israeliana.

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Il sesso debole?

di Luciano Assin

Guida turistica per israele

Photo by Chelsi Peter on Pexels.com

Sono passati due mesi dalla strage del 7 Ottobre e lentamente cominciano ad affiorare sempre più particolari su quel drammatico giorno. Questa volta mi voglio soffermare specificatamente su episodi di eroismo civile che hanno visto le donne come protagoniste per sottolineare una volta di più il loro ruolo predominante nella società civile. Le storie sono innumerevoli, inevitabilmente ne ho dovuto selezionare ben poche rispetto alle decine che ho trovato dopo una ricerca estremamente superficiale. Ho volontariamente scelto storie di persone che sono uscite vive grazie soprattutto al loro coraggio, sangue freddo e straordinario carattere.

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Siete lo stesso coinvolti

di Luciano Assin

Guida turistica per Israele

Una cappa di ipocrisia e falsità sta accecando il mondo occidentale, quello in grado di formulare un pensiero critico e giudicare la realtà al di fuori di schemi prefabbricati e stereotipati.

I settori più evoluti e progressisti della società occidentale si rifiutano  di riconoscere la realtà del 7 ottobre per quello che è: un immenso pogrom, la più grande strage commessa nei confronti degli ebrei dalla fine della seconda guerra mondiale.

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Caro nemico ti scrivo.Versione 2023

מנהרות

di Luciano Assin

Guida turistica per Israele

Questo articolo lo postai nove anni fa, nel 2014. Riveduto e corretto è rimasto tristemente attuale e molto probabilmente continuerà ad esserlo per ancora tanto, troppo tempo.

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Un odio senza fine

Di Luciano Assin

Guida turistica per Israele

Mi prenderà ancora molto tempo, probabilmente anni, per metabolizzare la strage del 7/10, una delle dirette conseguenze è stato l’impossibilità, il blocco psicologico di poter scrivere qualcosa che possa avere un senso, seguire una logica, mettere nero su bianco fatti e sensazioni. Per il momento sono riuscito a delineare un decalogo che possa aiutare, prima di tutto me stesso, a spiegare cosa è successo e le possibili conseguenze.

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Tashlich

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di Luciano Assin

Guida turistica per Israele

Siamo, come ogni anno, alle porte di Rosh Hashanà, il capodanno ebraico. Per gli ebrei di tutto il mondo è un giorno di riflessione e di pentimento, in cui si ripercorrono gli eventi dell’anno passato e si fanno buoni propositi per il futuro. Uno dei riti più importanti ma meno conosciuti di questa festività è il tashlich, che consiste nel recarsi in riva a un corso d’acqua e nel gettare simbolicamente i propri peccati.

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