Cherchez la femme 2


 

Chi non conosce Sansone, probabilmente il primo super eroe della Bibbia? Capelli folti e lunghi, spalle larghe e muscolose, una forza sovrumana unita al classico “tallone d’Achille”, insomma per dirla alla Guccini un “eroe giovane e bello”.

Sansone è un misto di forza e astuzia, crudeltà e ingenuità. Se da un lato fa strage di filistei a colpi di una mascella d’asino, dall’altra si comporta come l’ultimo degli sprovveduti rivelando puntualmente i suoi segreti alla compagna del momento.

Sansone ha molti altri punti di contatto con altri personaggi che conosciamo benissimo. La madre, di cui non sappiamo il nome, riceve l’annuncio della futura nascita di Sansone da un angelo, una storia molto simile a quella di Isacco, Samuele e Giovanni Battista. Il futuro di Shimshon è quello di diventare un nazireno, in ebraico nazir, una parola che, se ci facciamo un pò di attenzione, ha un suono molto simile a Nazareno.

Sansone è un Giudice, un di quei capi militari e spirituali che appaiono di volta in volta nella scena biblica per liberare le tribù israelitiche dalle minacce delle popolazioni locali. Anche se a prima vista la figura di Sansone possa apparire quella di un personaggio superficiale occupato esclusivamente a menare botte da orbi a destra e a manca, un’analisi un pò più approfondita ci porta ad una lettura completamente diversa, un’analisi che in definitiva interessa in un modo o nell’altro molti uomini sofferenti di un grave disturbo psicologico. Un disturbo che influisce negativamente nella loro sfera affettiva, il complesso di Sansone.

Secondo il racconto biblico Sansone amò tre donne, tutte e tre non appartenenti al suo popolo, e solo dell’ultima, Dalila, ne conosciamo il nome. Tradito da tutte e tre, questo tragico eroe non riescirà ad uscire da una spirale implacabile che lo porterà alla morte. Ma il destino dell’uomo Sansone è veramente ineluttabile?

Ilan Kotz, psicoanalista israeliano, cerca di dare un nuovo punto di vista del racconto biblico. La nascita di Sansone non è per niente chiara, sua madre, di cui la Bibbia non menziona il nome, viene visitata da un messaggero divino che le predice la nascita di un figlio da dedicare a Dio. Ma proprio questa origine incerta sul suo concepimento porterà Sansone ad essere attratto inevitabilmente da “malafemmine” traditrici ed insidiose.

Il destino di Sansone è quello di attraversare un percorso di auto distruzione che si sviluppa attraverso diverse fasi. Ogni volta il senso di tradimento aumenta, tradimento seguito da atti violenti durante i quali sono i filistei quelli che ne pagano lo scotto. Ma questo continuo stato di frustrazione porterà Sansone all’inevitabile suicidio, l’unica liberazione possibile dal suo punto di vista.

Questa diversa chiave di lettura del racconto biblico è senz’altro interessante, senza scomodare i Filistei ed il loro tempio, ognuno di noi può identificarsi in una maniera o nell’altra in questa diversa interpretazione dei rapporti fra madre e figlio o fra uomo e donna.

Per fortuna che la musica, con le sue canzoni, porta di volta in volta un pò di conforto a tutti coloro che continuano a cadere inesorabilmente nella trappola di questi amori ingrati e sconvolgenti. Dalila di Tom Jones e Malafemmina di Totò sono solo un paio di esempi.

A tutti noi, uomini e donne, che hanno sofferto in una maniera o nell’altra i patemi dei grandi amori non ci resta che la magra consolazione di sapere che non saremo mai soli. Cornuti e mazziati, ma eternamente ottimisti.

 

 

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