Domani sera con l’inizio della cerimonia ufficale a Gerusalemme, cominceranno in tutto il mondo ebraico le varie manifestazioni legate a Yom haShoà, conosciuta da tutti come la Giornata dell’Olocausto anche se la traduzione per esteso sia “la giornata del ricordo dell’Olocausto e dell’eroismo”. La data ebraica scelta per questa commemorazione è collegata alla rivolta del ghetto di Varsavia, proprio per ricordare i numerosi episodi di resistenza ebraica contro la macchina di sterminio nazista. La Shoà per gli ebrei è parte della memoria collettiva ma allo stesso tempo mantiene un suo carattere autonomo ed indipendente. Ed è proprio questa autonomia che mi fa scoprire di volta in volta situazioni e personaggi al di fuori degli schemi, sorprendendomi ogni volta di nuovo e ribadendo nel caso ce ne fosse bisogno la forza e la potenzialità che si racchiude in ognuno di noi. Una di queste sorprese l’ho avuta qualche mese fa incontrando nel villaggio druso di Daliat el Carmel Bothaina Halabi. Continua a leggere
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Erano tredici milioni
L’ho cercata per tanto tempo ma alla fine l’ho trovata. E’ una canzone di Fausto Amodei, tredici milioni di uomini, ce la facevano sentire a scuola durante la commemorazione in ricordo delle vittime della Shoà, l’Olocausto ebraico, ma non solo. Continua a leggere
Il numero infame
Com’e’ noto Yom haShoah e’ il giorno in cui ogni anno, dal 1959, in Israele si ricorda la Shoah, le atrocita’ commesse dai nazisti e le vittime di quelle atrocità.Le ventiquattro ore della commemorazione sono così intense sul piano emotivo, che non pochi, da qualche anno a questa parte, hanno cominciato a chiedersi se sia questo effettivamente il modo migliore per perpetrare la memoria della Shoah, e se invece non sia venuto il momento di cercare delle alternative alla formula odierna – la sirena suonata per un minuto e il blocco totale di ogni attività, la lettura dei nomi delle vittime. Continua a leggere