Pur di concludere in maniera positiva l’accordo sul programma nucleare iraniano l’amministrazione Obama si sarebbe intromessa in maniera decisiva per sabotare il “Progetto Cassandra”, una serie di operazioni segrete dirette dall’Agenzia Federale Antidroga statunitense (DEA) per sventare le diverse attività illegali del gruppo sciita Hezbollah, che comprendevano fra le quali riciclaggio di denaro sporco, traffico di armi e cocaina, e adirittura la fornitura di armi chimiche necessarie al presidente siriano Bashar al Assad per concludere la guerra civile siriana a suo favore. Continua a leggere
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Unesco, è tempo di cambiare?
“E’ una decisione coraggiosa ed etica, visto che l’Unesco è diventato un teatrino dell’assurdo che invece di salvaguardare la cultura distorce la storia”. Con queste parole il primo ministro israeliano Benyamin ha commentato la decisione statunitense di abbandonare l’agenzia specializzata delle Nazioni Unite creata con lo scopo di promuovere la pace e la comprensione tra le nazioni con l’istruzione, la scienza, la cultura la comunicazione e l’informazione. Continua a leggere
Io vorrei, non vorrei, ma se vuoi
Per l’ennesima volta il primo ministro israeliano Nathanyau si è incontrato con il nuovo presidente americano di turno, dopo Clinton e Obama è la volta di Trump. I presidenti americani passano ma Bibi continua inossidabile a mantenere le redini dello stato israeliano. Con i suoi 22 anni consumati fino a oggi come presidente del Consiglio è il più longevo in assoluto fra i capi di stato d’Israele, avendo superato di molto il mitico primo ministro David Ben Gurion.
Il vertice fra i due leaders è stato osservato e analizzato fin nei minimi dettagli dai diversi osservatori politici del paese, cercando di capire attraverso le minime sfumature delle dichiarazioni prima, durante e dopo la conferenza stampa, in che direzione stia spirando il vento del nuovo corso. Analisi del genere risultano sempre molto ostiche e aleatorie, a maggior ragione se uno dei lati dell’equazione da risolvere è un’incognita ancora irrisolta, una scheggia impazzita di nome Donald Trump. Cerchiamo comunque, con i pochi dati in nostro possesso e quel poco di buon senso che ancora pare esistere nell’area medio orientale, di descrivere un possibile scenario almeno per il brevissimo termine. Continua a leggere