Come costruire una nazione da zero

Quasi tutti conoscono la figura di Arik Sharon, soldato, generale, ministro della difesa e primo ministro d’Israele. Pochissimi sanno invece che Arik aveva un suo ononimo Arieh Sharon, architetto e responsabile in buona parte del progetto programmatico che influisce ancora oggi il panorama e la collocazione di molte città e cittadine israeliane, soprattutto nel sud. Continua a leggere

Barluzzi, chi era costui?

 

barluzzi

Mentre una volta, e neanche tanto tempo fa, gli architetti erano stimati professionisti e niente di più, nella realtà odierna ogni cosa deve essere portata all’estremo. Non basta più essere architetto, per elevarsi dalla massa bisogna assurgere al rango di archistar, solo così il tuo nome e la tua professione raggiungeranno la fama mondiale da tutti così tanto anelata. “Nemo propheta in patria”, recita una frase dei vangeli e la citazione è più che appropriata nella storia di oggi che si occupa di un architetto italiano che operò in questa zona nella prima metà del XX secolo.

Nonostante abbia costruito in Israele, ma forse è più appropriato definirla Terra Santa visto il contesto, oltre 24 edifici fra ospedali, chiese, scuole e altri elementi di culto, il nome di Antonio Barluzzi è per lo più completamente sconosciuto al grande pubblico italiano. Continua a leggere

Palladio in Palestina

 

palladio

Il marmo com’è logico proviene dall’Italia, il legno è francese, i mobili appartenevano fra l’altro a Luigi XXVII. Non può certo mancare un quadro originale di Picasso e altri oggetti di valore. Tutto questo ben di Dio appartiene alla principesca villa di Munib el Masri, uno dei più ricchi uomini d’affari palestinesi. E perchè ci dovrebbe interessare così tanto la magione del sig. Munib? Semplice, in cerca di qualche idea originale il nostro ricco imprenditore si è fatto costruire l’esatta riproduzione di una delle più famose ville Palladiane, villa Almerico Capra, meglio conosciuta come “la Rotonda”. Continua a leggere

Brutto ma bello

ברוטליזם

 

Immagino che la maggior parte dei lettori sappia cosa sia lo stile internazionale erroneamente definito come Bauhaus. Tel Aviv è la città che più di ogni altra rappresenta questo tipo di architettura e racchiude in un perimetro relativamente stretto migliaia di case costruite secondo questo stile razionale e funzionale. Proprio per questa così alta concentrazione di questi edifici Tel Aviv è stata definita la “città bianca” e gode del titolo di “patrimonio dell’umanità” rilasciato dall’Unesco.

Ma sono sicuro che molti meno lettori siano a conoscenza del fatto che esista in Israele un’altra città che racchiude al suo interno un’altra grande concentrazione di edifici costruiti secondo dettami architettonici che la rendano altrettanto speciale anche se meno attraente, almeno a prima vista. La città in questione è Beer Sheva, non solo la capitale del Neghev ma anche quella del Brutalismo. Continua a leggere