Gerusalemme vs Teheran

 

I nuovi equilibri politici e militari che si stanno delineando ai suoi confini settentrionali stanno ponendo Israele a rivedere e aggiornare il suo approccio verso i nuovi padroni della regione. E’ sotto questa ottica che va analizzato il bombardamento aereo avvenuto giovedì scorso del centro siriano di ricerca di Mysaf, in pratica uno stabilimento di armi chimiche e di missili di precisione.

Nonostante il governo di Gerusalemme, come di consuetudine, non confermi ne smentisca la sua responsabilità, l’attacco aereo è un messaggio molto chiaro, sia per l’asse sciita composta da Iran e Hezbollah affiancati dal regime di Assad, sia per la maggiore  forza militare e politica della regione, la Russia di Vladimir Putin. Donal Trump per il momento osserva la partita da lontano, a dimostrazione di aver rinunciato quasi completamente ad avere un ruolo decisivo in quella che sta diventando orma definitivamente una zona d’influenza esclusivamente russa.

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La Siria e’ piu’ vicina

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E’ notizia di qualche giorno fa della morte della prima vittima israeliana coinvolta nella guerra civile in corso in Siria. Si tratta di Zakhi Jumma’a, arabo israeliano residente in un villaggio non lontano da Afula. La notizia e’ stata riportata dai maggiori media israeliana e riporta alla ribalta la non facile convivenza fra Israele e il movimento islamico attivo nel paese. Continua a leggere

La linea rossa

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Poco importa se a usare le armi chimiche in Siria siano state le forze fedeli ad Assad o i ribelli. Il numero impressionante delle vittime, l’uso indiscriminato di quest’arma cosi letale e disumana e l’impotenza del mondo occidentale e di quello arabo sono i segnali piu’ preoccupanti di come le regole del gioco sia etiche che morali siano totalmente cambiate. Continua a leggere