Nel 2011 Israele era ad un passo dall’attaccare il nucleare iraniano

Nel 2011 il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu dette ordine alle forze armate ed al Mossad di prepararsi ad attaccare gli installamenti nucleari iraniani con un preavviso di 15 giorni. E’ quanto emerge da una lunga ed appassionante intervista concessa da Tamir Pardo giovedì 1/6/2018 e trasmessa sul canale privato israeliano Channel 2 nel corso dell’ultima puntata di “Uvdà”, il fatto, uno dei programmi di inchieste televisive più seguiti e giunto quest’anno alla 24sima stagione. Continua a leggere

Il conto alla rovescia

 

In poco meno di un anno il premier israeliano Netanyahu si è incontrato per l’ottava volta col presidente russo Vladimir Putin. Al di là degli interessi più o meno comuni dal punto di vista politico, questa intensa e impressionante sequenza di incontri ravvicinati la dice lunga sul rapporto instauratosi fra i due capi di stato.

Ma anche se esistesse una reciproca simpatia, questo non significa necessariamente che ognuno non guardi prima di tutto ai propri interessi. I russi hanno ottenuto moltissimo dalla guerra civile siriana che si sta ormai concludendo con la vittoria del presidente siriano Bashar Hafez al-Assad. Oltre a rafforzare la propria presenza geo politica nella regione medio orientale  la Russiaa ha rinnovato l’affitto della base navale di Tartus, l’unico sbocco diretto della marina russa sul mediterraneo. I russi  controllano anche l’areoporto militare di Hmeimim dal quale effettuano i continui raid contro le forze siriane di opposizione, curdi compresi. Continua a leggere

La politica dei cieli aperti

 

Si fa sempre più complicata e pericolosa la partita che si sta giocando fra Israele da un lato e Iran, Siria e Hezbollah dall’altro. I russi, arbitri dell’incontro, o meglio dello scontro, per il momento non si pronunciano in modo decisivo su quale parte prediligono, anche se per il momento la strategia di Putin sembra propensa a garantire la stabilità della compagine di Assad.

La tensione nella zona è cresciuta in seguito ad un ennesimo tentativo della contraerea siriana di abbattere un velivolo israeliano in ricognizione sui cieli libanesi. La risposta israeliana è stata immediata e inequivoca: la distruzione della batteria dalla quale erano stati sparati i missili. Ma mentre una volta bombardare obiettivi siriani non rappresentava un vero pericolo militare e politico, la realtà da qualche tempo in poi è radicalmente cambiata, visto che in quasi tutte le divisioni siriane operano delle unità russe.

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The times they are a changing

 

guy

Ho avuto modo di assistere un paio di settimane fa ad una conferenza di Guy Bechor, un nome una garanzia. Bechor è molto conosciuto in Israele ed è considerato uno dei migliori esperti del medio oriente presenti sulla piazza. Giornalista, giurista, storico e commentatore politico, Bechor ha insegnato ad Harvard ed al centro interdisciplinare di Herzlia e dirige un suo personale blog dal nome GPlanet. Si occupa della realtà medio orientale dal 1981 quando ha cominciato a lavorare all’interno di Galei Zahal, la radio militare dell’esercito. In tutto questo periodo ha fatto in tempo a visitare il Cairo per più di cento volte ed a imparare l’arabo ed il persiano per poter leggere e comprendere articoli e servizi televisivi della parte opposta. Insomma non proprio uno sprovveduto. Continua a leggere

Il Benjamin(o) del pubblico

נתניהו

 

Un breve sunto del discorso di Nethanyau appena conclusosi di fronte al Congresso americano a Washington accompagnato da qualche commento personale.

Il premier israeliano ha dimostrato una volta di più le sue eccezionali doti oratorie e la profonda conoscenza dei meccanismi americani al riguardo. In un discorso durato più o meno 50 minuti ha ottenuto la bellezza di almeno 25 standing ovation, certamente aiutato in questo senso da una compatta claque repubblicana ma supportato contemporaneamente dalla componente democratica del Congresso. Il discorso, trasmesso in Israele a reti unificate con un delay di tre minuti per poter censurare eventuali passaggi propagandistici ha confermato una volta di più la celeberrima locuzione “Nemo propheta in patria” visto che un risultato del genere è assolutamente impensabile di fronte al parlamento israeliano, assai più combattivo e critico nei confronti del suo primo ministro. Continua a leggere

Una cartolina dal Nord

 

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Qualche considerazione a caldo dopo l’attacco al convoglio militare israeliana di ieri nel quale sono stati uccisi due soldati ed altri sette feriti.

La realtà è definitivamente cambiata, il confine settentrionale non godrà più, almeno fino al prossimo scontro su larga scala, della relativa tranquillità degli ultimi otto e passa anni. Resta da chiarire se ci troviamo di fronte ad un nuovo tipo di scontro basato su una costante guerra di logoramento seppure di bassa intensità, o se Iran ed Hezbollah hanno deciso di aumentare la tensione cercando contemporaneamente di non tirare troppo la corda. Continua a leggere

Gli esami di settembre

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“Settembre andiamo, è tempo di migrare”. Molti di voi sanno già che si tratta dell’inizio de “I pastori” una poesia di Gabriele d’Annunzio che mi sono dovuto sorbire ai tempi del liceo e di cui mi ricordo molti passi a memoria. Settembre si avvicina ed è  giunta l’ora di tracciare un bilancio più o meno definitivo di questo anomalo conflitto durato cinquanta lunghi ed in parte inutili giorni. L’accordo in corso infatti, ricalca esattamente la prima proposta egiziana presentata una settimana dopo l’inizio delle operazioni, allora il bilancio dei morti palestinesi era di 225. E’ passato un mese ed il numero dei caduti palestinesi è arrivato a 2100 e oltre 12.000 feriti, non deve sorprendere dunque il malcontento che serpeggia all’interno della popolazione di Gaza. Continua a leggere

All’arrembaggio!!!

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La crisi in corso fra Ucraina e Russia sta sconvolgendo gli equilibri planetari riproponendo ormai sopiti scenari da guerra fredda. E’ comprensibile dunque capire come la cattura di una nave mercantile contenente missili di provenienza siriana destinati a gruppuscoli terroristici della sotto fauna jhadica di Gaza sia passata inosservata. Continua a leggere

Bomba o non bomba

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In un articolo pubblicato sul quotidiano “Yedioth haAhronot” della settimana scorsa, Sever Plotzker, il maggiore commentatore economico del giornale, analizza la questione nucleare iraniana da un punto di vista di costi e ricavi arrivando così a delle conclusioni molto diverse ma soprattutto molto originali da quelle generalmente divulgate dai vari mezzi di comunicazione. Continua a leggere

La partita di scacchi

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E’ una strana partita quella che si sta giocando fra l’Iran e le potenze occidentali attorno alle trattative sul progetto nucleare iraniano. La nuova strategia iraniana   di accettare di sedersi attorno al tavolo delle trattative ha scombussolato i pezzi sulla scacchiera e incrinato seriamente il rapporto israelo-americano considerato sino ad oggi uno dei piu’ solidi degli ultimi decenni. Continua a leggere