Uno degli obiettivi principali del kibbuz era la creazione di un uomo nuovo in antitesi coi modelli della societa’ borghese, e l’educazione era lo strumento essenziale per forgiarlo. Il sistema messo a punto dai kibbuzim per mettere in pratica la nuova ideologia durera’ dagli anni ’20 fino alla fine del ventesimo secolo e prendera’ il nome di “hinuch meshutaf”: l’educazione collettiva. Il punto fondamentale sul quale si basava il nuovo modello educativo era la riduzione drastica dell’importanza del nucleo familiare e della sua influenza sulla formazione caratteriale dei figli del kibbuz. Il bambino deve convivere con tre sfere d’influenza: la casa dei bambini, dove trascorre la maggior parte del tempo, la famiglia, con cui stare tre-quattro ore nel pomeriggio, ed il kibbuz, aiutandolo nei limiti del possibile nelle attivita’ lavorative, culturali ed altro ancora. Il kibbuz non solo e’ responsabile della sua educazione, ma di tutte le sue necessita’: salute, supporto psicologico, corsi di arricchimento, ecc. Il fulcro del sistema gira intorno alla Metapelet, la figura educativa per eccellenza, colei che accompagna lo sviluppo del bambino durante ogni stadio del suo sviluppo. E’ la metapelet che ha l’ultima parola, alla quale devono assentare anche i genitori. Il sistema educativo pone molta importanza sia nello sviluppo artistico del singolo che nel sottolineare l’importanza del lavoro, visto come una vera e propria religione. Questi valori sono molto piu’ importanti degli studi convenzionali, il sistema educativo si basa su un programma di studi parallelo a quello statale, ma l’importanza dei voti e’ minima e non esiste il concetto della bocciatura. Alla fine del ciclo scolastico gli esami di maturita’ non vengono praticamente presi in considerazione.
È un metodo educativo efficace per affrontare le diseguaglianze educative. Molto avremmo da imparare dalle esperienze fatte.
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