La guerra è appena cominciata e gia è finita.

שומר החומות

Dopo 11 giorni di combattimenti è stato raggiunto un accordo di cessate il fuoco fra Israele e Hamas. I termini dell’accordo sono ancora molto vaghi, praticamente girano attorno ad un concetto, “silenzio in cambio di silenzio”, aperto a così tante interpretazioni da non garantire di fatto nessuna certezza. Una delle poche cose da fare è quella di elencare i punti più salienti di questi ultimi giorni, analizzarli e cercare di arrivare a delle possibili previsioni sul breve e medio termine. Continua a leggere

La fiocina

 

La continua lotta fra Israele e le varie organizzazioni terroristiche, Hamas e Hezbollah in testa, non conosce limiti, ma oltre agli aspetti più conosciuti e pubblicizzati dai media esistono delle forme di lotta molto sofisticate che si svolgono su un terreno forse meno eclatante ma senz’altro altrettanto efficace: quello economico.

E un piccolo squarcio su questa lotta sotterranea e praticamente sconosciuta ai più ce lo offre il libro dell’avvocatessa Nizzana Darshan Leitner: “Harpoon: inside the covert war against terrorism’s money masters”. Un ampio articolo che riassume a grandi linee il libro e commentato dall’autrice stessa è apparso nell’ultimo inserto settimanale del quotidiano Yedioth haHahronot a firma del giornalista Nevo Ziv. Ma procediamo con ordine. Continua a leggere

La spada nella roccia

La spada nella roccia

E’ passato poco più di un anno dall’inizio dell’operazione Zuk Eitan (roccia possente in ebraico), conosciuta all’estero come Protective Edge, un’occasione appropriata per cercare di delineare i risultati raggiunti da entrambe le parti cercando contemporaneamente di evitare la patente di vincitori e vinti che in casi del genere è senz’altro inappropriata. Le operazioni militari dovrebbero avere il principale scopo di migliorare la situazione politica e strategica dei contendenti anche se il più delle volte le perdite umane e le sofferenze della popolazione civile non giustificano i risultati raggiunti. Continua a leggere

La solitudine dei numeri primi

 

nethanyau

Non riesco a ricordarmi un periodo della sua vita in cui Bibi Nathanyau fosse più solo di quello attuale. Non è che non abbia passato dei brutti momenti, anzi, ma a differenza di adesso c’era sempre la sensazione che avesse una base su cui contare ed un programma con il quale trascinare ministri, deputati ed elettori. L’impressione odierna è che il primo ministro israeliano sia diventato prigioniero della sua retorica e dei suoi proclami anti terrorismo con i quali aveva da sempre costruito le sue campagne elettorali. Da tempo l’uomo forte della politica israeliana è stato superato a destra da personalità almeno sulla carta ben più radicali, e Nathanyau si ritrova ancora una volta di fronte ad un bivio del quale avrebbe fatto volentieri a meno: da un lato avviare un compromesso con quello che ancora adesso è considerato da tutti un pericoloso gruppo terroristico, o come alternativa inserire nella trattativa Abu Mazen, considerato fino ad un paio di mesi fa debole, inaffidabile ed inacettabile come possibile controparte di una qualsiasi trattativa di pace. Continua a leggere

A Gaza niente di nuovo

stele

 

Senza quasi accorgecene Israele sta combattendo il più lungo conflitto della sua storia del quale per il momento non se ne vede ancora la conclusione. E’ un misto fra la seconda guerra del Libano durata 34 giorni e la guerra di logoramento susseguita alla guerra dei sei giorni. Il problema è che per il momento non si vede all’orizzonte nessun cenno di miglioramento, le trattative al Cairo vanno avanti a singhiozzo e nessuna delle controparti ha intenzione di dare segni di cedimento. E’ proprio il caso di dirlo: a Gaza niente di nuovo (ne di buono). Continua a leggere

La tregua?

 

bandiera bianca

Ancora una volta Israele ha l’intenzione di proclamare una tregua umanitaria e di effettuare un ritiro quasi totale delle truppe dalla striscia di Gaza. Secondo fonti militari israeliane l’obiettivo imposto dal governo all’esercito, la distruzione  della rete di gallerie sotterranee, è molto vicino ed entro la giornata di domani dovrebbe concludersi il loro completo smantellamento. In tutto sono state scoperte 31 gallerie, profonde in media 25 metri e lunghe alcuni chilometri. Una parte di queste gallerie permetteva lo spostamento al loro interno con delle motociclette, favorendo così la ritirata da Israele in territorio israeliano. Continua a leggere

Caro nemico ti scrivo

gaza

Scrivo a te palestinese abitante a Gaza, non agli attivisti di Hamas ma ad un essere umano che abbia i miei stessi basilari desideri, quelli di vivere in pace e prosperita’ con i propri vicini. So che probabilmente queste parole non ti arriverranno ma le scrivo ugualmente, la scrittura è il mio mezzo di comunicazione, la mia catarsi. Continua a leggere

E un altro giorno è andato

 

נתניהו

Come la fata morgana del deserto, come l’isola non trovata di Guccini anche una possibile tregua fra Hamas e Israele si sta rivelando per il momento una pia illusione anche, ma la realtà politica, più forte di qualsiasi roboante dichiarazione, cambierà per forza di cose questa insopportabile situazione di stallo e le parti belligeranti stanno già preparando i loro bilanci post bellici per domostrare di averci guadagnato tanto e perso poco. Continua a leggere

Dieci domande a Hamas

 הנהגת חמס

 

Dieci domandine facili facili di cui non riesco a trovare le risposte.

1) Quanto avete investito in educazione, sanita’, occupazione, infrastrutture negli ultimi anni? E quanto nella costruzione di razzi e gallerie soterranee?

2) Di quanto è cresciuto il PIL nella striscia di Gaza rispetto ai vostri fratelli risiedenti in Cisgiordania? Continua a leggere

Cronache dal fronte

 

צוק איתן

“Daje daje alla fine si scassa pure o metallo” dicono i napoletani, ed è quello che è successo anche al governo israeliano dopo una settimana di vani tentativi di porre fine ad una escalation di razzi sparati verso Israele oltre la quale non era più lecito tergiversare. Alcune riflessione sull’operazione “Roccia possente” che durerà verosimilmente diversi giorni sempre che le cose non si complichino ulteriormente. Continua a leggere