E’ l’inverno del 1917, il corpo d’armata inglese si sta dirigendo verso Gerusalemme passando prima per il deserto del Sinai, Beer Sheva e Gaza. A prima vista una marcia senza grandi ostacoli, ma i difensori turchi si rivelano un osso molto più duro del previsto. Dopo l’inizio disastroso di una campagna militare considerata da tutti una prassi d’archiviare velocemente, il comando delle operazioni passa al Generale Edmund Allenby, famoso soprattutto per le numerose vie in suo onore che si trovano in tutte le città israeliane. Continua a leggere
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Gli esami di settembre
“Settembre andiamo, è tempo di migrare”. Molti di voi sanno già che si tratta dell’inizio de “I pastori” una poesia di Gabriele d’Annunzio che mi sono dovuto sorbire ai tempi del liceo e di cui mi ricordo molti passi a memoria. Settembre si avvicina ed è giunta l’ora di tracciare un bilancio più o meno definitivo di questo anomalo conflitto durato cinquanta lunghi ed in parte inutili giorni. L’accordo in corso infatti, ricalca esattamente la prima proposta egiziana presentata una settimana dopo l’inizio delle operazioni, allora il bilancio dei morti palestinesi era di 225. E’ passato un mese ed il numero dei caduti palestinesi è arrivato a 2100 e oltre 12.000 feriti, non deve sorprendere dunque il malcontento che serpeggia all’interno della popolazione di Gaza. Continua a leggere
La tregua?
Ancora una volta Israele ha l’intenzione di proclamare una tregua umanitaria e di effettuare un ritiro quasi totale delle truppe dalla striscia di Gaza. Secondo fonti militari israeliane l’obiettivo imposto dal governo all’esercito, la distruzione della rete di gallerie sotterranee, è molto vicino ed entro la giornata di domani dovrebbe concludersi il loro completo smantellamento. In tutto sono state scoperte 31 gallerie, profonde in media 25 metri e lunghe alcuni chilometri. Una parte di queste gallerie permetteva lo spostamento al loro interno con delle motociclette, favorendo così la ritirata da Israele in territorio israeliano. Continua a leggere
Caro nemico ti scrivo
Scrivo a te palestinese abitante a Gaza, non agli attivisti di Hamas ma ad un essere umano che abbia i miei stessi basilari desideri, quelli di vivere in pace e prosperita’ con i propri vicini. So che probabilmente queste parole non ti arriverranno ma le scrivo ugualmente, la scrittura è il mio mezzo di comunicazione, la mia catarsi. Continua a leggere