Guerra o pace?


כיפת ברזל

Alcuni commenti ancora a caldo su quello che sta succedendo in Israele, conscio del fatto che la dinamica in questa zona è tale che una parte di ciò che scrivo sara obsoleto entro poche ore.

Solo nelle ultime 24 ore sono caduti su Israele più di mille razzi, il 90% dei quali intercettati dal sistema Iron Dome, e questo spiega il numero minimo delle vittime ,5, fino ad ora. Paradossalmente questi attacchi indiscriminati verso la popolazione civile hanno ucciso due cittadini arabi israeliani, cosa del resto già avvenuta durante la seconda guerra del Libano del 2006. Il sistema difensivo israeliano è basato anche sul fatto che per legge ogni appartamento debba essere fornito di una stanza di sicurezza, un vano in grado di proteggere il nucleo familiare dall’esplosione di un razzo nelle immediate vicinanze.

Questa sicurezza relativa dà la possibilita al governo di prendere delle decisioni ponderate e non dettate dall’emergenza, In questo momento Israele ha deciso di rispondere in maniera mirata e quasi sicuramente non ci sarà un’operazione terrestre. In ogni caso le previsioni dell’esercito che escludevano una escalation da parte di Hammas di tali proporzioni si sono rivelate completamente errate, un grave calcolo di valutazione che potrebbe portare a delle conseguenze ancora più estreme. Il comportamento di Hammas è molto probabilmente influenzato da delle direttive iraniane.

Stasera finisce il mese del Ramadan, il digiuno islamico, e comincia Id el Fiter, una festa che durerà tre giorni. Una buona occasione da parte di Hammas per dichiarare il cessate il fuoco e uscire dalla tenzone come vincitore.

Da ciò si deduce che il problema palestinese esiste e va affrontato e risolto nei limiti del possibile. Gli Accordi di Abramo servono a migliorare i rapporti col mondo arabo che non ha confini diretti con Israele, cosa fondamentale e molto importante, ma poco significativa in questo caso.

Il conflitto sta avvenendo mentre Israele si trova in una delle peggiori crisi di governo mai affrontate, Dopo aver votate già quattro volte in poco più di due anni ancora non esiste un governo stabile, la coalizione che avrebbe più possibilità di formarlo può farlo solo con l’appoggio esterno di una lista araba, cosa molto difficile in un periodo così teso.

Il problema di Gaza passerà inevitabilmente attraverso un’operazione militare su larga scala. Le condizioni politiche attuali in cui versa Israele non permettono una soluzione del genere, ma lo scontro è solo rimandato.

Il problema più urgente dal punto di vista israeliano è la tensione altissima che si sta vivendo nelle città miste. A Lod ci sono state delle dimostrazioni da parte della minoranza araba a dir poco inquietanti, con auto incendiate, sassaiole verso i civili ed altre scene da guerra civile. Ad Acco, zona completamente fuori dagli scontri in corso, è stato incendiato “Uri Buri” un ristorante di pesce molto conosciuto a livello nazionale. Il proprietario è un ebreo, insieme al ristorante è stato devastato anche un albergo boutique di sua proprietà e gli ospiti sono stati fatti evacuare in piena notte.  E questo è lo scenario peggiore che il paese possa attraversare. E’ già successo durante la seconda Intifada del 2000 e ci vollero anni affinchè i rapporti fra arabi ed ebrei tornassero a livelli accettabili. E’ indispensabile che i leader dei partiti arabi si schierino in maniera netta contro questo stato di cose, sono ad un passo da ricevere un riconoscimento politico mai avvenuto prima, un’occasione che probabilmente non si ripeterà cosi facilmente nel prossimo futuro.

Quello che sta avvenendo ora è solo il trailer di quello che potrebbe essere un conflitto globale dove anche Hezbollah in Libano e Assad in Siria decidessero di scendere in campo. Situazione tutt’altro che improbabile, tutto dipende dalla strategia iraniana.

E pace e bene agli uomini di buona volontà.

4 pensieri su “Guerra o pace?

  1. Una domanda, se posso: dopo un anno di chiusure causa virus, qua in Italia parecchia gente ormai è scivolata nella povertà senza prospettive (e parlo anche per me stessa). Non è che parte degli scontri da parte della popolazione araba residente in Israele possono essere dovuti anche a rivolte dovute al pane? Chiedo perché non lo so, ma la percezione che ho è proprio questa, Gaza a parte…

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    • Grazie per l’interessamento Sara. Personalmente escludo la ragione economica. Da un paio di mesi Israele è tornata ad una normalità quasi totale e l’economia ha ripreso a ricrescere. Il numero dei disoccupati è di poco superiore al pre corona e fino a giugno i disoccupati continueranno a ricevere un sussidio. Le tensioni fra maggioranza ebraica e minoranza araba ci sono sempre state, ma quelle di questi giorni hanno raggiunto picchi che come ho scritto non si vedevano dal 2000

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  2. Ciao Luciano,
    je suis un peu étonné que tu voies la main de l’Iran derrière le Hamas; pour ma compréhension, ce dernier est lié et financé par le Quatar car sunnite, contrairement au Hezbollah chiite qui dépend de l’Iran.
    Nous considérons le Hamas comme une organisation de type fasciste (culte du chef, idéologie rétrograde, primauté du religieux, etc…) et militariste, comme la plupart des Etats du Golfe Persique; mais il n’a pas vraiment intérêt à la guerre avec Israël, de toute façon perdue, mais plutôt à maintenir sa domination sur la population gazaouie et conserver ses privilèges (corruption notamment)
    Par contre, je suis entièrement d’accord avec tes préoccupations sur le “vivre ensemble” des communautés en Israël
    A bientôt
    Michel (mari d’Adriana)

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    • Ciao Michel, come si dice in Italiano “i nemici dei miei nemici sono miei amici”. E’ verissimo che Hammas fa parte dell’Islam Sunnita mentre l’Iran rappresenta quello sciita. Ma Hammas e Iran hanno degli interessi in comune e quindi sono disposti a collaborare dove sia possibile. E’ la stessa cosa che sta accadendo in Siria.

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