Aman il buono


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Nell’ebraismo Amalek ed il suo discendente Aman sono i malvagi per eccellenza, il simbolo di coloro che di generazione in generazione tramino per distruggere il popolo ebraico. Ma da oltre sessant’anni a questa parte esiste un Aman buono, vigile e attento nei confronti della sicurezza d’Israele.

L’Aman in questione e’ l’acronimo di Agaf  HaModi’in il servizio informazioni dell’esercito. L’Aman e’ diviso in numerose e variegate unita’: osservatori, foto aeree e satellitari, codici segreti, analisi geopolitica dei paesi limitrofi, guerra elettronica e cibernetica, intercettazioni ed altro ancora.

Le accuse americane nei confronti del regime siriano nell’uso di armi chimiche verso la popolazione civile si basano fra l’altro su dei dialoghi incriminanti intercettati via radio, E’ convinzione diffusa che parte di queste informazioni siano state fornite dagli israeliani. D’altra parte non sarebbe certo la prima volta: nel 1967, due giorni dopo lo scoppio della guerra dei sei giorni l’intelligence israeliana intercetto’ una conversazione fra Nasser e il Re Hussein di Giordania nella quale il Rais egiziano mentì  spudoratamente sul reale svolgimento del conflitto per coinvolgere maggiormente  i giordani nella guerra.

L’importanza dell’Aman non consiste solo nel raccogliere il maggior numero di informazioni sugli avversari, ma soprattutto sull’analizzarle ed interpretarle per poi esporle di fronte al governo a cui spettano le decisioni politiche da prendere. Una simile responsabilita’ necessita l’aquisizione di mezzi tecnologici all’avanguardia ma innanzi tutto di eccellenti risorse umane. E quello delle risorse umane e’ dei problemi piu’ acuti da risolvere all’interno delle forze armate.

Se da un lato la percentuale delle future reclute possessori di determinati requisiti psicotecnici rimane sempre la stessa, dall’altro la richiesta di eccellenze aumenta sempre di piu’ e coinvolge di volta in volta corpi dell’esercito considerati una volta “convenzionali” quali l’artiglieria tanto per fare un esempio. Si svolge quindi una vera e propria battaglia fra le varie unita’ per riuscire ad attirare quante piu’ eccellenze possibili. Allo scopo di limitare al minimo le inevitabili lotte interne e’ stata creata una commissione apposita responsabile di dividerle secondo criteri funzionali alle necessita’ dell’esercito. Queste continue esigenze di “personale qualificato” e’ stato risolto fra l’altro aumentando notevolmente il numero delle soldatesse all’interno dell’Aman che attualmente consistono in quasi il 50% degli effettivi.

Negli ultimi anni oltre alle tecniche classiche di raccolta informazioni si sono sviluppati sempre di piu’ corsi inerenti la comprensione della realta’ geo politica dei paesi medio orientali senza la quale le informazioni tecniche sulla quantita’ di armamenti in mano al nemico perdono una grossa parte del loro valore. La realta’ dei paesi limitrofi ad Israele e’ estremamente fluida, dinamica, contradditoria e soprattutto per molti versi contraria alla logica occidentale. E’ questa la grande sfida dell’attuale contrasto in corso: cercare di capire e se possibile anticipare le mosse dell’avversario, a patti che l’avversario abbia in mente delle idee chiare, incomprensibili ai nostri occhi forse, ma chiare.

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