Fedeli che sbagliano

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I tragici episodi della scorsa settimana non sono che la continuazione praticamente ininterrotta di una catena apparentemente innarrestabile iniziata nel giugno dell’anno scorso con il rapimento e l’assassinio di tre giovani ragazzi israeliani, l’omicidio crudele e gratuito di un innocente ragazzo palestinese e l’operazione “Protective Edge”. Ma mentre le modalità dello scontro da parte palestinese sono rimaste per lo più invariate, la controparte ebraica ha alzato enormemente il livello di bellicosità tanto che sia l’esercito che i servizi segreti affermano nel modo più chiaro possibile ciò che era sotto gli occhi di tutti noi già da qualche anno. Il fenomeno del “Tag Mehir”, le azioni di rappresaglia nei confronti della popolazione palestinese, non sono degli atti sporadici e disorganizzati ma al contrario esiste un’azione politica e militante che agisce con lo scopo dichiarato di destabilizzare lo Stato d’Israele. E’ ora di chiamare le cose col loro nome: all’interno del nostro tessuto sociale si è sviluppato il cancro del terrorismo ebraico. Continua a leggere

OK il prezzo è (in)giusto

 

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E’ triste doverlo ammettere, ma solo quando crimini di questo genere arrivano sotto casa tua ti accorgi di quanto la situazione sia seria. Nel villaggio arabo di Gush Halav a pochi chilometri da Sasa,nella notte fra mercoledi e giovedi un gruppo di ebrei fanatici fascisti e razzisti ha squarciato i pneumatici di una quarantina di macchine e scritto frasi ingiurose nei loro confronti.

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