Compagno direttore

manager

 

Un articolo pubblicato qualche giorno fa sul quotidiano Yedioth haAhronot è completamente dedicato al mio Kibbutz. A parte il titolo un pò pomposo “Non vogliamo una Jaguar vicino parcheggiata vicino casa”, diverse inesattezze e la descrizione leggermente edulcorata della nostra situazione e del nostro passato prossimo e remoto, l’articolo affronta uno dei nodi cruciali della differenza fra il successo e l’insucesso economico e sociale dei kibbutzim. Quali sono i fattori che possono stimolare una piccola comunità di 200-250 membri a dare il meglio di se stessi per favorire il benessere e la prosperità di tutta la comunità? Quale modello imprenditoriale va adottato per motivare il singolo a sforzarsi più del necessario sapendo che il suo ulteriore sforzo non verrà assolutamente retribuito economicamente? Continua a leggere