Il regalo di Natale

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di Luciano Assin guida turistica per Israele

Una delle svariate epopee che precedettero la fondazione dello Stato d’Israele è menzionata nei libri di storia come Alià Bet traducibile in italiano come immigrazione illegale. Questa denominazione raccoglie diverse epoche, tutte comprese nel periodo del Mandato Britannico, ma quella per eccellenza si svolse dall’immediato dopoguerra fino alla proclamazione dello Stato ebraico. L’Alià Bet si svolse principalmente attraverso lo sbarco di piccole navi mercantili, vere  proprie carrette del mare, colme di profughi ebrei scampati alla Shoà e ansiosi di arrivare in Eretz Israel, il termine ebraico che denominava allora la palestina mandatoria. Si calcola che nel triennio 45-48 qualcosa come 84mila persone riuscirono a forzare il blocco navale inglese ed approdare sulle coste israeliane. La più famosa di tutte queste navi è sicuramente l’Exodus, ma la storia di oggi è dedicata ad una storia meno conosciuta ma svoltasi proprio in questo periodo e più precisamente nella notte di Natale del 1945.

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Compagni avanti il gran partito…

“Il sindacato riunisce tutti i lavoratori che vivono della propria fatica senza sfruttare l’opera altrui, con lo scopo di permettere la realizzazione e lo sviluppo economico e culturale della classe operaia per la costruzione di una società di lavoratori ebrei nel paese” (stralcio dell’atto di fondazione della Federazione Generale dei Lavoratori in Terra d’Israele).

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29 Settembre, anzi Novembre

spartizione

“Seduto in quel caffè, io non pensavo a te…” Così comincia “29 settembre”, la celeberrima canzone di Mogol e Battisti portata al successo dall’Equipe 84. E proprio grazie a questa canzone che la data del 29 settembre è entrata nel lessico familiare degli appassionati di musica leggera italiana. Anche se quale fosse la ricorrenza del 29 settembre menzionata dal giornale radio che di volta in volta sovrasta la voce del cantante l’ho capita solo molti anni dopo.

Ma in Israele c’è un altro 29, questa volta di novembre, che per la storia del paese ha un significato particolare, una pietra miliare nella storia della creazione dello Stato d’Israele. Il 29 novembre 1947 venne infatti votato e approvato a New York, dall’assemblea delle neonate Nazioni Unite il piano della spartizione che sanciva la divisione della Palestina mandatoria in due stati: uno ebraico e uno arabo. Continua a leggere

Il Palmach

Siamo agli inizi degli anni ’40 del XXsimo secolo. La Seconda Guerra Mondiale è al culmine e la Gran Bretagna e i suoi alleati si trovano ancora sulla difensiva. Nella Palestina Mandataria gli inglesi cominciano a redigere un piano di evacuazione nel caso che le truppe dell’Africa Korps di Rommel riuscissero a sfondare le difese inglesi in Egitto e contemporaneamente cominciassero a minacciare dal Libano e dalla Siria la Galilea. E’ in questo scenario apocalittico che nasce il Palmach, l’acronimo ebraico di Plugot Mahaz, traducibile in truppe d’assalto. Continua a leggere

E la terra si placherà

Domani sera, 27/4/20 comincerà in Israele Yom haZikaron, la giornata del ricordo. E’ la giornata in cui si ricordano tutti i caduti, civili e militari, che hanno contribuito alla nascita e all’esistenza dello Stato d’Israele. A tutt’oggi il numero dei caduti è di 23.816 persone. Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, la data d’inizio di questo triste calcolo non è direttamente collegata alla dichiarazione d’Indipendenza del 14/5/1948 ma è molto più anteriore. Per definizione la prima vittima legata ad atti di terrorismo contro gli ebrei dell’allora Impero Ottomano è considerata Aron Hersheld, assassinato il 1 gennaio 1873. Continua a leggere

Ebraico. La rinascita di una lingua morta.

Sono appena iniziate le celebrazioni della Giornata dell’ebraico, un ottimo motivo per analizzare e ricordare il tentativo, praticamente folle, di far rinascere una lingua che si era estinta duemila anni prima. Un esperimento riuscito contro ogni previsione e probabilmente irripetibile. Continua a leggere

Una vigna nel cuore di Tel Aviv

Correva l’anno 1905,  e Aron Shlush, un ricco commerciante che ha investito anche nell’acquisto di terreni al di fuori di Jaffo, ha un problema urgente da risolvere. Ha acquista dei terreni denominati “miri” che secondo la legislazione ottomana in vigore, possono essere confiscati dal Sultano se lasciati incolti per più di tre anni. Shlush è lungimirante e sa che presto o tardi quei terreni saranno trasformati in lotti edificabili e non vuole farsi sfuggire l’occasione. Ma, come ho appena scritto, prima bisogna risolvere il problema agricolo, la soluzione che verrà adottata alla fine sarà quella di piantarci sopra delle vigne, e di assumere un paio di braccianti yemeniti sia come addetti alla cura delle viti ma anche come guardiani dell’appezzamento per far si che non venga danneggiato. Continua a leggere

Come costruire una nazione da zero

Quasi tutti conoscono la figura di Arik Sharon, soldato, generale, ministro della difesa e primo ministro d’Israele. Pochissimi sanno invece che Arik aveva un suo ononimo Arieh Sharon, architetto e responsabile in buona parte del progetto programmatico che influisce ancora oggi il panorama e la collocazione di molte città e cittadine israeliane, soprattutto nel sud. Continua a leggere

Quando i sogni incontrano la realtà

 

La storia del movimento kibbustistico è poco conosciuta al grande pubblico, non solo fuori dei confini israeliani, ma anche all’interno del paese stesso. Nel mio piccolo ho cercato di scrivere almeno a grandi linee la nascita e lo sviluppo di questo continuo laboratorio umano e sociologico. Questo tentativo così ambizioso di cambiare il carattere umano, di creare una società nuova, giusta ed egualitaria ha dovuto scontrarsi con lo scoglio della realtà quando ancora la realizzazione del sogno si effettuava navigando a vista. Le enormi difficoltà, più umane che materiali hanno fornito e ancora forniranno un infinito materiale di studio per chi voglia approfondire qualcosa di unico a livello mondiale. Come qualsiasi altra società, anche una società così particolare ha bisogno di miti che possano tramandare nel tempo i valori specifici sulla quale ha basato le sue fondamenta. Fra i diversi miti che accompagnano la storia di questo movimento questa volta parleremo della storia di Beitania Eilit, forse l’esempio più significativo delle inevitabili contraddizioni che hanno accompagnato da sempre lo scontro di un sogno con la realtà circostante. Continua a leggere

Se lo vorrete non sarà un sogno

“Oggi a Basilea ho fondato lo stato ebraico” è una delle frasi più conosciute dall’israeliano medio, insieme a quella del titolo. Sono le frasi con le quali Teodoro Herzl, il fondatore del movimento sionistico, è riuscito a trascinare col suo carisma centinaia di migliaia di persone trasformando una diaspora di ebrei sparsa nel mondo in un popolo conscio delle sue potenzialità. Sono trascorsi più di 120 anni da quando l’allora 37enne giornalista e commediografo ungherese scrisse la sua profetica frase. Continua a leggere