Il risarcimento

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Di Luciano Assin

Guida turistica in Israele

Quest’anno ricorreranno 70 anni dalla firma dell'”Accordo di Lussemburgo” meglio conosciuto come l’accordo di riparazione tra Israele e la Repubblica federale di Germania firmato il 10 settembre 1952.  

Un accordo del genere, firmato solo 7 anni dopo la fine della II guerra mondiale e appena 4 dopo la fondazione dello Stato d’Israele, provocò un enorme ed infuocato dibattito sulla necessità e sulla moralità etica di un tale patto. Le manifestazioni, i disordini, un tentato assalto al Parlamento israeliano, resero l’atmosfera così infuocata che il paese si trovò sull’orlo di una guerra civile. Nonostante chi condusse in prima persona l’opposizione all’accordo sulle riparazioni fu Menahem Beghin indiscusso leader delle destre e accerrimo avversario dell’allora Premier Ben Gurion, le proteste assunsero una dimensione trasversale coinvolgendo anche una parte della sinistra israeliana.

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Partigiani ebrei

DI LUCIANO ASSIN

GUIDA TURISTICA PER ISRAELE

In occasione della ricorrenza di Yom ha Shoà ve ha gvurà (la giornata dell’olocausto e dell’eroismo) allego il link di ZOG NIT KEYNMOL (non dire mai in yiddish), l’inno dei partigiani ebrei che hanno combattuto il nazifascismo in tutto europa. Si calcola che nella sola Europa orientale ci fossero più di 30000 ebrei arruolati nelle unità partigiane. Un testo “scritto col sangue e non con la matita”. Numerosissimi (circa 2000) furono gli ebrei italiani che parteciparono attivamente alla Resistenza (1000 inquadrati come partigiani e 1000 in veste di “patrioti”), con la massima concentrazione (circa 700) in Piemonte. La percentuale, pari al 4 per cento della popolazione ebraica italiana, fu di gran lunga superiore a quella degli italiani nel loro complesso.

Eccovi la traduzione del testo

Non dire mai che questo è il tuo ultimo cammino,

anche se le nuvole bloccano la luce del giorno.

Questo è il giorno al quale aneliamo, sorgerà e verrà

e i nostri passi ancora risuoneranno: siamo qua!

Dalla terra della palma alle gelide lontananze

noi siamo qua col nostro dolore, la nostra pena,

ovunque sia caduta una goccia di sangue,

da là emanerà il nostro coraggio e il nostro spirito.

Lo splendore dell’alba illuminerà il nostro giorno,

prenderà il posto dell’oppressore e dell’ieri, come l’ombra.

Ma se la notte tarderà a portare la luce,

allora questo canto sia un segnale per le generazioni a venire.

Con scrittura di sangue e piombo è stato scritto,

non è una canzone su un uccello, sulla libertà o sull’orizzonte.

Tra muri che crollano un popolo ha cantato questo canto,

lo ha cantato unito con le granate in mano.

Non dire mai che questo è il tuo ultimo cammino,

anche se le nuvole bloccano la luce del giorno.

Questo è il giorno al quale aneliamo, sorgerà e verrà

e i nostri passi ancora risuoneranno: siamo qua!

L’uomo nella gabbia di vetro

processo

Sessant’anni fa, e più precisamente l’11 aprile 1961, iniziava in Israele il Processo Eichmann, una delle tappe cruciali che Israele dovette affrontare per misurarsi con un argomento ingombrante e imbarazzante: la Shoà. Non starò qui a dilinguarmi sulla dinamica del rapimento ad opera del Mossad e sul suo trasferimento clandestino in Israele. La letteratura sull’argomento è vasta e, anche se più o meno romanzata, fedele ai fatti.

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Un treno carico di ovetti Kinder

Se Oskar Schindler è stato l’indimenticabile protagonista di uno splendido film e innumerevoli strade sono a lui dedicate, che cosa bisognerebbe fare ad un altro personaggio capace di salvare non le 1.200 persone della celeberrima Schindler List, ma ben oltre 12.000 bambini destinati allo sterminio nazista? Ma questi sono gli autentici scherzi del destino, la differenza fra la celebrità e l’oblio è legata ad un film, un libro, un’apparizione in tv, e non necessariamente al lavoro svolto. Continua a leggere

Salvare il mondo intero

yad vashem

 

Fra pochi giorni e più precisamente giovedì 5 maggio si svolgerà l’annuale ricorrenza di Yom haShoà ve hagvurà, la giornata dedicata alla Shoà e all’eroismo di quanti combatterono anche solo sopravvivendo la barbarie nazista.

Per questa data ho deciso questa volta di soffermarmi su di un aspetto che almeno nel titolo suona familiare ma nei particolari è sconosciuto alla maggioranza di noi, i Giusti tra le nazioni. Una famosa frase del Talmud afferma che “Chi salva una vita è come se salvasse il mondo intero” sottolineando se ce ne fosse bisogno la sacralità dell’esistenza umana. Ma il termine Giusti fra le nazioni rimane sfuocato se non si conoscono i personaggi, le loro storie e i loro atti di eroismo. A tutt’oggi l’istituto del Yad vashem predisposto alla ricerca e allo studio della Shoà ha nominato oltre 24.000 persone degne di questo riconoscimento. In Italia la lista è composta da 634 nominativi. Ne ho scelto qualcuno sintetizzando in poche righe la loro opera per onorarne il loro ricordo con la speranza che questi pochi nomi diano lo stimolo di approfondire l’operato di chi a rischio della propria vita salvò il mondo intero. Continua a leggere

Dal profondo del cuore

בותיינה

Domani sera con l’inizio della cerimonia ufficale a Gerusalemme, cominceranno in tutto il mondo ebraico le varie manifestazioni legate a Yom haShoà, conosciuta da tutti come la Giornata dell’Olocausto anche se la traduzione per esteso sia “la giornata del ricordo dell’Olocausto e dell’eroismo”. La data ebraica scelta per questa commemorazione è collegata alla rivolta del ghetto di Varsavia, proprio per ricordare i numerosi episodi di resistenza ebraica contro la macchina di sterminio nazista. La Shoà per gli ebrei è parte della memoria collettiva ma allo stesso tempo mantiene un suo carattere autonomo ed indipendente. Ed è proprio questa autonomia che mi fa scoprire di volta in volta situazioni e personaggi al di fuori degli schemi, sorprendendomi ogni volta di nuovo e ribadendo nel caso ce ne fosse bisogno la forza e la potenzialità che si racchiude in ognuno di noi. Una di queste sorprese l’ho avuta qualche mese fa incontrando nel villaggio druso di Daliat el Carmel Bothaina Halabi. Continua a leggere

Erano tredici milioni

יום השועא

 

L’ho cercata per tanto tempo ma alla fine l’ho trovata. E’ una canzone di Fausto Amodei, tredici milioni di uomini, ce la facevano sentire a scuola durante la commemorazione in ricordo delle vittime della Shoà, l’Olocausto ebraico, ma non solo. Continua a leggere

Il numero infame

Il numero infame

Il numero infame

Com’e’ noto Yom haShoah e’ il giorno in cui ogni anno, dal 1959, in Israele si ricorda la Shoah, le atrocita’ commesse dai nazisti e le vittime di quelle atrocità.Le ventiquattro ore della commemorazione sono così intense sul piano emotivo, che non pochi, da qualche anno a questa parte, hanno cominciato a chiedersi se sia questo effettivamente il modo migliore per perpetrare la memoria della Shoah, e se invece non sia venuto il momento di cercare delle alternative alla formula odierna – la sirena suonata per un minuto e il blocco totale di ogni attività, la lettura dei nomi delle vittime. Continua a leggere