Non solo il museo d’Israele

Ciao a tutti!!! Per farmi venire un’idea decente su cui scrivere qualcosa di veramente interessante certe volte posso rimuginare settimane finchè non mi si accende la classica lampadina. E visto che il mio blog si chiama “l’altra Israele” mi sento praticamente obbligato a puntare i riflettori su posti, avvenimenti, personaggi e tanto altro ancora che generalmente è a conoscenza di pochi.

Questa volta la scelta è caduta sui musei in Israele, ma quando scrivo di musei chiaramente non intendo prendere in considerazione quelli ormai di dominio pubblico e conosciuti da tutti. Il museo d’Israele, il Beit haTfuzot (in rifacimento), il museo di Tel Aviv e similari. Sarebbe troppo facile e troppo scontato. Continua a leggere

La guida dei perplessi

Mi capita sempre più spesso di sentire o leggere di amici, conoscenti o visitatori che affermano di aver visto praticamente tutto di un paese così affascinante come Israele. C’è molta presunzione in frasi del genere, anche perchè la maggior parte di questi “turisti per caso” difficilmente riescono a spostare il loro orizzonte oltre i soliti siti perennemente pubblicizzati, passando magari decine di volte vicino a veri e propri piccoli gioielli turistici e culturali. Per incoraggiare chi ha ancora la forza di uscire dai soliti schemi di Tel Aviv, Gerusalemme, Masada eccovi una piccolissima Guida dei perplessi dedicata a chi intuisce o spera di trovare nuovi stimoli al di fuori della strada maestra. Per facilità visiteremo il paese da Nord verso sud. Continua a leggere

La casa stregata

 

Immagino che la maggioranza dei miei lettori ignori che la mia occupazione principale è quella di guida turistica, e come tale girando in lungo e in largo il paese ho avuto sempre l’occasione di scoprire cose nuove e interessanti al di fuori dei soliti siti standard, sempre belli e interessanti, per carità, ma un pò scontati per chi cerca ogni tanto di uscire dagli schemi e cercare “l’altra Israele”, nascosta e sconosciuta ai più e proprio per questo sorprendente e affascinante. Questa volta bisognerà muoversi verso la frontiera nord del paese, a pochi chilometri dal confine col Libano, in una cittadina di nome Shlomi per cercare la casa stregata (o dipinta). Arrivarci non è per niente facile e non sempre il waze aiuta in questi casi, ed è proprio per questo che non voglio darvi le precise indicazioni visto che penso che in casi del genere bisogna sudare un pò per guadagnarsi questa piccola perla di arte naif frutto del pennello di Afia Zacharia. Continua a leggere

Alla ricerca del tempo rubato

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Anche la storia di oggi adeguatamente modificata potrebbe diventare un ottimo spunto per un film di cassetta: un thriller ambientato a Gerusalemme con diramazioni in tutto il mondo ed il classico finale a sorpresa. La location e i personaggi sono inusuali, il valore della merce è astronomico e l’autore del furto è un personaggio stravagante quanto bizzarro, ma sicuramente un genio nel suo genere. Continua a leggere

Barluzzi, chi era costui?

 

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Mentre una volta, e neanche tanto tempo fa, gli architetti erano stimati professionisti e niente di più, nella realtà odierna ogni cosa deve essere portata all’estremo. Non basta più essere architetto, per elevarsi dalla massa bisogna assurgere al rango di archistar, solo così il tuo nome e la tua professione raggiungeranno la fama mondiale da tutti così tanto anelata. “Nemo propheta in patria”, recita una frase dei vangeli e la citazione è più che appropriata nella storia di oggi che si occupa di un architetto italiano che operò in questa zona nella prima metà del XX secolo.

Nonostante abbia costruito in Israele, ma forse è più appropriato definirla Terra Santa visto il contesto, oltre 24 edifici fra ospedali, chiese, scuole e altri elementi di culto, il nome di Antonio Barluzzi è per lo più completamente sconosciuto al grande pubblico italiano. Continua a leggere

Brutto ma bello

ברוטליזם

 

Immagino che la maggior parte dei lettori sappia cosa sia lo stile internazionale erroneamente definito come Bauhaus. Tel Aviv è la città che più di ogni altra rappresenta questo tipo di architettura e racchiude in un perimetro relativamente stretto migliaia di case costruite secondo questo stile razionale e funzionale. Proprio per questa così alta concentrazione di questi edifici Tel Aviv è stata definita la “città bianca” e gode del titolo di “patrimonio dell’umanità” rilasciato dall’Unesco.

Ma sono sicuro che molti meno lettori siano a conoscenza del fatto che esista in Israele un’altra città che racchiude al suo interno un’altra grande concentrazione di edifici costruiti secondo dettami architettonici che la rendano altrettanto speciale anche se meno attraente, almeno a prima vista. La città in questione è Beer Sheva, non solo la capitale del Neghev ma anche quella del Brutalismo. Continua a leggere

This place

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  E’ in corso di svolgimento al Museo d’arte di Tel Aviv la mostra fotografica “This place“, una mostra collettiva di dodici fotografi fra i più famosi a livello mondiale. “This place” racconta la realtà israelo-palestinese attraverso gli occhi, o meglio le fotocamere, di dodici personaggi estranei, almeno dal punto di vista personale, al conflitto in corso. Thomas Struth, Rosalind Solomon, Nick Waplington, Fazal Sheikh, Wendy Ewald, Frederic Brenner, Gilles Peress, Martin Kollar, Josef Koudelda, Jungjin Lee, Stephen shore e Jeff Wall hanno trascorso un periodo di 6-9 mesi in Israele e nella Cisgiordania incontrandosi con intellettuali, politici ma soprattutto con gli abitanti dei luoghi visitati per cercare di carpire un’angolazione, un volto, un’espressione in grado di aiutarli ad esprimere le loro sensazioni e la loro arte. Continua a leggere