L’archivio di stato


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di Luciano Assin guida turistica per Israele

La storia di oggi è il sogno di qualsiasi sceneggiatore che sogni di fare un film di azione comprendente colpi di scena e tensione a non finire. Peccato che sia già stata scritta 4 anni fa ed in effetti mi stupisco di come nessuno si sia preso ancora la briga di trasformarla in un film di sicuro successo.

Tutto comincia nel lontano 1993 quando un giovane ufficiale del Mossad, nome in codice Kalan, invia un rapporto nel quale si segnalano i primi progetti iraniani destinati a costruire una bomba atomica. Per inciso, lo stesso ufficiale il cui vero nome è Yossi Cohen diventerà poi il capo del Mossad e sarà lui in prima persona a guidare una delle più spettacolari operazioni degli ultimi decenni.

Da questo momento gli israeliani incominciano a seguire con sempre maggiore attenzione le intenzioni iraniane che vanno ben oltre la costruzione di una centrale energetica nucleare a scopo civile come affermato all’inizio dagli ayatollah. Ancora più preoccupante è la scoperta di un programma parallelo per la costruzione di missili balistici che coprano le distanze di 2mila km (Arabia Saudita e Israele), 3-5mila km (Europa) e oltre 5mila km. (Usa). Non bisogna essere dei grandi esperti di strategia militare per capire quanto micidiale possa essere questo abbinamento.

Nel 2002 viene scoperta la centrale segreta di Natanz, destinata a produrre uranio arricchito e plutonio, gli israeliani svelano anche il nome in codice del progetto segreto iraniano: Amad. Ma nonostante le rivelazioni e gli avvertimenti la reazione della comunità internazionale è molto blanda, la IAEA (agenzia internazionale per l’energia atomica) non ha efficaci strumenti di controllo contro un paese, l’Iran, che ha intenzione di barare e di non rispettare il trattato di non proliferazione da lui sottoscritto.

Viste le difficoltà e la riluttanza della comunità internazionale nel fermare il progetto Amad, Israele comincia ad effettuare una serie di sabotaggi ed eliminazioni mirate molto sofisticate, che di fatto stanno ritardando la conclusione del programma di diversi anni. Uno dei risultati delle continue azioni del Mossad e della minaccia, neanche tanto velata, di eseguire un’operazione militare portò le grandi potenze europee ad intavolare delle trattative che si conclusero nel 2005 con la firma di un accordo noto come PACG (piano d’azione congiunto globale). E proprio in seguito a questo accordo il governo degli Ayatollah decide di raccoglier tutto il materiale segreto riguardante lo sviluppo del progetto Amad in un unico archivio segreto. A quanto pare i responsabili della sicurezza iraniana dovevano aver letto “La lettera rubata” un romanzo di E.A. Poe che si basa sull’idea che il posto migliore dove nascondere un’oggetto prezioso è quello di farlo nel posto più scontato, poichè proprio lì nessuno andra a cercarlo.

L’archivio viene depositato in un’anonimo capannone di una zona industriale alla periferia di Teheran, si tratta di centinaia di faldoni contenenti centinaia di migliaia di documenti e cd rom. Sfortunatamente per gli iraniani anche qualcuno del Mossad deve aver letto il romanzo di Poe, in breve tempo il capannone viene individuato, sorvegliato e analizzato. Risulta così che proprio per evitare di dare nell’occhio l’archivio Amad è praticamente senza sorveglianza, c’è un enorme buco temporale fra le 22.00 e le 5.00 del giorno dopo in cui il sito si trova completamente senza sorveglianza. Alle 22.30 della notte del 31/1/2018 una ventina di agenti del Mossad fanno irruzione nel capannone, neutralizzano le telecamere ed i sistemi di allarme ed aprono con la fiamma ossidrica 4 delle 32 casseforti, le più importanti, quelle che  contenengono la documentazione segreta di tutto il progetto nucleare iraniano. Esattamente 6 ore e 29 minuti dall’inizio dell’operazione la forza del Mossad si dilegua portandosi dietro almeno 500 kg. di materiale e senza lasciare tracce significative. Una volta che il metronotte di turno comunica l’accaduto a Teheran avviene il finimondo, si calcola che qualcosa come 12.000 uomini dei vari servizi della sicurezza e dell’intelligence iraniana siano stati implicati per cercare di capire come è stato possile effettuare un’operazione del genere, ma soprattutto: chi l’ha eseguita?

Nel frattempo il materiale viene diviso in quattro parti ed espatriato clandestinamente da quattro punti diversi, fino ad oggi non è chiara la dinamica nè quanto tempo abbia impiegato il Mossad a far pervenire il materiale in Israele.

Nonostante operazioni del genere vengano tenute in sordina per decenni e raramente rivelate pubblicamente, il premier israeliano Netanyahu non è in grado di trattenersi e pochi mesi dopo, il 30/4/2018 indice una spettacolare conferenza stampa i cui i faldoni ed i cd rom vengono svelati pubblicamente davanti alle telecamere di tutto il mondo. I materiali sono tutti originali e sono la prova inconfutabile di come l’Iran abbia ingannato per anni la comunità internazionale.

La verità è che tutti i servizi segreti e di conseguenza i loro governi erano a conoscenza della colossale frode iraniana, ma nessuno ha mai avuto il necessario coraggio per affermare quanto nudo fosse il re, anzi l’ayatollah.

Su tutta l’operazione ed i retroscena l’equivalente israeliano di Rai 1 ha prodotto un’avvincente serie documentaria di 2 puntate, qui potete visionare la prima e la seconda parte, che ripercorre per filo e per segno tutto lo sviluppo degli avvenimenti. E’ in ebraico con sottotitoli in inglese, ve la consiglio vivamente, molto più intrigante e spettacolare del festival di Sanremo o dei numerosi reality show trasmessi quotidianamente. Buona visione.

6 pensieri su “L’archivio di stato

  1. Caro Luciano,
    personne ne conteste que les ayatollahs fascistes iraniens ont pour but ultime la bombe atomique; les désaccords sont sur la manière de les empêcher; jusqu’à 2017, les contrôles de l’AEIA bloquaient l’enrichissement, et les CD de Netanyahu ne prouvent pas le contraire…
    A partir de la rupture de l’accord international par Trump, l’enrichissement s’accélère et les fascistes iraniens gagnent la partie; triste
    michel

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  2. Caro Luciano,

    i tuoi articoli sono sempre cosi “avvincenti” e interessanti, e soprattutto mi danno l’occasione per riflettere e chiarire sempre di piu’ quelle che sono le mie opinioni sull’uomo e il potere.

    Spero di poter tornare presto in Israele ed averti ovviamente come guida.

    Marinella

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