Il regalo di Natale


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di Luciano Assin guida turistica per Israele

Una delle svariate epopee che precedettero la fondazione dello Stato d’Israele è menzionata nei libri di storia come Alià Bet traducibile in italiano come immigrazione illegale. Questa denominazione raccoglie diverse epoche, tutte comprese nel periodo del Mandato Britannico, ma quella per eccellenza si svolse dall’immediato dopoguerra fino alla proclamazione dello Stato ebraico. L’Alià Bet si svolse principalmente attraverso lo sbarco di piccole navi mercantili, vere  proprie carrette del mare, colme di profughi ebrei scampati alla Shoà e ansiosi di arrivare in Eretz Israel, il termine ebraico che denominava allora la palestina mandatoria. Si calcola che nel triennio 45-48 qualcosa come 84mila persone riuscirono a forzare il blocco navale inglese ed approdare sulle coste israeliane. La più famosa di tutte queste navi è sicuramente l’Exodus, ma la storia di oggi è dedicata ad una storia meno conosciuta ma svoltasi proprio in questo periodo e più precisamente nella notte di Natale del 1945.

La nave usata per l’occasione si chiamava Andarta, subito ribattezzata ” Hanna Senesh” in ricordo di una coraggiosa ragazza ebrea che si offrì volontaria per una pericolosa missione in Jugoslavia che avrebbe dovuto allacciare i rapporti con i partigiani della resistenza per aiutare gli ebrei ungheresi destinati al campo di sterminio di Auschwitz. L’imbarcazione fu acquistata a Genova e trasformata in una provvisoria nave passeggeri in grado di trasportare 252 persone. Salpò da Savona in data 14/12/45 al comando del mitico, almeno in Israele, capitano Ansaldo con destinazione Naharia, una piccola e sonnolenta cittadina ebraica situata a pochi chilometri dal confine Libanese.

Mentre la Hanna Senesh si trova in mare aperto diverse ragazze della sonnolenta Naharia ricevono un perentorio ordine di organizzare un cenone di Natale in onore delle truppe di S.M. Britannica di stanza in città, la motivazione è segreta ma non ci vuole molto per capirne il motivo visto che la nave è in procinto di arrivare sulle coste settentrionali del paese proprio per la notte di Natale. E non sarà la prima volta che gli israeliani sfrutteranno la nascita di Gesù per operazioni legate al mare.

Distratti i soldati la nave arriva a poche centinaia di metri dal punto di approdo per incagliarsi su un banco di sabbia, immediatamente vengono mobilitati sia gli abitanti di Naharia che quelli di alcuni kibbutzim limitrofi per evacuare i passeggeri e distribuirli in vari centri abitati intorno a Haifa. Anche l’equipaggio italiano verrà nascosto visto che l’alternativa sarebbe stata quella di passare un periodo più o meno lungo nelle regie prigioni inglesi. La leggenda narrà che le maggiori lagnanze da parte di Ansaldo e della sua ciurma vertessero non sulla forzata inattività, nè sulla sorte del natante e nemmeno sulla mancanza di un’adeguata compagnia femminile, tutto ciò era offuscato dalla mancanza di un genere di prima necessità allora abbastanza sconosciuto in Israele: il vino.

Pochi giorni dopo la riuscita dello sbarco uno dei maggiori giornalisti e poeti israeliani, Nathan Alterman, pubblicò un articolo inneggiante l’operazione, ma il pezzo non superò gli ostacoli della censura inglese. Dopo le dovute modifiche l’articolo venne pubblicato due settimane dopo, il 15/1/46 sotto il chilometrico titolo di “Discorso di risposta  al capitano italiano dopo lo sbarco notturno”. Dalla risposta di Alterman si può facilmente dedurre che pochi giorni lo sbarco si tenne una riunione per festeggiare l’avvenimento e dove Capitan Ansaldo pronunciò un patriottico discorso a favore della causa sionista. Nonostante innumerevoli tentativi fino ad oggi nessuno è stato in grado di dimostrare dove e quando si tenne la fatidica riunione che diede lo spunto ad Alterman per scrivere un articolo entrato di fatto nel Panteon della storia del Sionismo e trasformato successivamente in una bellissima canzone.

Anche la vera identità di Ansaldo è rimasta un mistero, o almeno non ne sono riuscito a venirne a capo. Nonostante i danni riportati la nave venne disincagliata, riparata e continuò a solcare i mari fino al 1996. Da questa storia è stato realizzato un docufilm intitolato “La terra promessa” con la regia di Daniele Tommaso. Una delle maggiori protagoniste dell’Alia Bet fu un’italiana, Ada Ascarelli Sereni autrice di un libro appassionante e coinvolgente: “I clandestini del mare”. Si calcola che Ada riuscì ad organizzare almeno 33 spedizioni dalle coste italiane per un totale di 25.000 arrivi. In ricordo di Ada Sereni e delle decine di altri personaggi femminili che contribuirono in maniera determinante alla creazione di Israele dedico una strofa del poema canzone di Alterman

Brindiamo a quella notte fredda e tempestosa/al pericolo e allo sforzo/a quella piccola nave capitano/ e a tutte quelle che seguiranno

E tanti auguri a tutti i miei lettori, amici e conoscenti di tutte le fedi per una serena notte di Natale.

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