
Di Luciano Assin guida turistica per Israele
“Il giusto fiorirà come la palma, crescerà come il cedro del Libano. Quelli che sono piantati nella casa del Signore fioriranno nei cortili del nostro Dio. Porteranno ancora frutto nella vecchiaia; saranno pieni di vigore e verdeggianti” (Salmi 92:12-15)
E’ abbastanza difficile datare la storia di questo post visto che si svolge su tre livelli temporali diversi e distinti. Potrei dire che inizia più di 2000 anni fa con la costruzione della fortezza di Masada da parte di Erode il grande. O forse è più esatto collocarli negli anni ’60 del secolo scorso durante gli scavi archeologici svoltisi nel sito? E se invece ci spostassimo nel 2015 quando alcuni noccioli di palma da dattero vecchi almeno un paio di millenni sono stati magicamenti fatti resuscitare? Datemi ancora qualche minuto di lettura e vedrete che insieme riusciremo a riunire i tasselli di questa storia complessa e affascinante.
Pochi decenni prima della nascita di Gesù, Erode il grande ristruttura e ingrandisce la fortezza di Masada situata nel bel mezzo del deserto della Giudea. Oltre a costruire un paio di palazzi reali, terme, piscine e cisterne per l’approvigionamento idrico, il re installa anche una serie di magazzini dove conservare grandi quantità di cibo in vista di un possibile assedio. Un secolo più tardi la fortezza verrà occupata da un gruppo di circa mille rivoltosi scampati alla distruzione di Gerusalemme da parti delle legioni di Tito. E saranno proprio le provviste di Erode a permettere ai ribelli di sopravvivere per almeno tre anni fino a quando Masada verrà conquistata dai romani.
Negli Anni ’60 del XX secolo un gruppo di ricercatori guidati dall’archeologo Igal Yadin riporta alla luce i resti dell’antica fortezza e fra l’altro una giara contenenti sementi e noccioli di datteri provenienti dalla dispensa reale.
Ed eccoci ai giorni nostri, e più precisamente nel 2015, quando due ricercatrici, Sarah Sallon ed Eilane Soloway, riescono a far germogliare contro qualsiasi previsione datteri di una specie ormai estinta. L’analisi del DNA ha rivelato che questa antica palma da dattero differisce profondamente, geneticamente parlando, dalle specie moderne. L’albero che crebbe da questo incredibile tentativo fu battezzato Matusalemme, e dal suo nome è facile dedurre che si tratta di un maschio, incapace quindi di produrre frutti. Ma poche cose sono impossibile alla scienza, soprattutto se spinta dalla tenacia femminile, ed ecco che dopo altri tentativi si è riusciti a fare resuscitare anche degli esemplari femminili, fra cui Hanna. E’ dall’unione fra l’aitante “matusa” e l’affascinante Hanna è stato finalmente possibile gustare il sapore di un frutto estinto da centinaia di secoli. Gli alberi, millenari ma sorprendentemente giovanili nel loro aspetto, si trovano all’interno del kibbutz Keturà, in una zona desertica 50 km. a nord di Eilat. Se vi capita di trovarvi in zona vale la pena di farvi un salto, anche perchè il kibbutz produce una serie di prodotti cosmetici anti ossidanti considerati rivoluzionari nel loro campo. Rivoluzionari e miracolosi aggiungerei