L’ape Maia


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di Luciano Assin

Guida turistica per Israele

E’ risaputo che le api sono grandi lavoratrici. Chi le conosce profondamente afferma che sono una delle organizzazioni sociali più evolute e affascinanti nel campo animale, insomma un esempio da seguire anche per noi umani. Ed è proprio su queste basi che è nato il progetto Sinsilla.

Sinsilla in arabo significa “terrazza agricola”, il suo obiettivo è quello di creare delle oasi urbane dove sviluppare piccole attività agricole in grado di aiutare nuclei familiari sotto o prossimi alla soglia di povertà ad aumentare le proprie entrate economiche. Questo progetto è molto attivo in alcuni quartieri arabi di Gerusalemme est dove i vicoli stretti che separano le abitazioni non permettono nessun tipo di attività simili.

L’alternativa sono i tetti piatti, i terrazzi e i balconi delle case stesse. L’ideatore e il propulsore del progetto è l’architetto Tariq Nassar, 37 anni, che ha cominciato a sviluppare le sue idee dopo la riuscita di un progetto pilota creato nell’edificio che ospita la biblioteca rionale del quartiere di wadi joz.

Con molto entusiasmo e qualche apprensione Tarek appende sulla bacheca del centro comunitario del quartiere un volantino che annuncia l’apertura di un corso per apicultrici. E’ un successo inaspettato: in un paio di giorni si si iscrivono più di 100 donne per soli 15 posti a disposizione.

Il segreto di un tale successo? In una società tradizionale come quella palestinese è ancora molto difficile per le donne uscire dai tradizionali ruoli legati alla famiglia. La possibilità di rendersi produttive all’interno delle mura domestiche risolve le limitazioni della società patriarcale.

In un’intervista pubblicata sui quotidiani israeliani Tarek racconta come uno dei punti di svolta per arrivare a realizzare la sua idea è stato l’incontro con un ragazzo israeliano durante un viaggio aereo. “Improvvisamente, all’età di 17 anni, ho avuto il mio primo contatto con gli “avversari” che fino a quel momento avevo imparato solo ad odiare”. Il ragazzo con cui stavo parlando era un tipo simpatico e aperto, lontano dagli stereotipi che mi ero creato. E’ stato questo il momento che ho cominciato a pormi delle domande e cercare le risposte”.

Una volta superato il muro dell’odio e della diffidenza Tarek entra in contatto con l’artista Matan Israeli e con Yossi Aud, provetto apicultore. Dall’allevamento di alveari sui terrazzi delle proprie case, il progetto si sta sviluppando aprendosi a nuove frontiere: agricoltura urbana e idrofonia. Un progetto partito da un’idea che molti consideravano stravagante, per non dire folle (chi di voi sarebbe disposto ad allevare api sul proprio balcone?), sta avendo molto successo ed ha aperto nuove frontiere. Anche i ministeri israeliani dell’agricoltura e dell’economia ne fanno parte finanziandolo parzialmente.

Indubbiamente il progetto Sinsilla è una piccola goccia nell’oceano degli innumerevoli problemi che alimentano il conflitto fra palestinesi ed israeliani, ma è un segnale che il dialogo esiste in tutti i campi, ed è più vasto di quanto sembri. E’ soprattutto un segnale di speranza, e la speranza si sa è l’ultima a morire.

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