Ti faccio un cubo così


legge

E’ incredibile come nella vita molte volte accettiamo verità e affermazioni come oro colato senza prenderci la briga di controllare la loro veridicità. Probabilmente la mole di informazioni e conoscenza che dobbiamo gestire quotidianamente è così numerosa e complessa che non abbiamo scelta che catalogare in maniera sbrigativa e superficiale parte di questi dati. Se poi queste informazioni le sentiamo sin da quando eravamo bambini, acquisteranno sempre di più il valore di una certezza scientifica, soprattutto se non troveremo mai nessuno che insinui qualche dubbio a proposito.

E’ cosi fino a poco tempo fa anch’io, come immagino la stragrande maggioranza di chi sta leggendo queste righe, ho percorso le numerose tappe della mia esistenza accompagnato da un assioma dato automaticamente per scontato dai tempi della mia infanzia. Le tavole della legge, quelle dei dieci comandamenti tanto per intenderci, erano due tavole di pietra leggermente arrotondate in alto sulle quali per mano divina erano state incise le basi etiche e morali dell’ebraismo.

Sul contenuto si continua a discutere fino ad oggi, ma sulla forma tutti sono concordi, e così sono sempre state rappresentate durante i secoli nei quadri, nelle sculture, nei film e nelle tavole illustrate che accompagnano i testi biblici. Ma erano davvero così? E’ praticamente impossibile stabilirlo con certezza, ma i pochi dati a nostra disposizione ci spingono in tutta un’altra direzione.

La prima fonte scritta a nostra disposizione è chiaramente la Torah, dove le tavole vengono citate e descritte per la prima volta. Ma le poche parole dedicate all’argomento non ci sono di grande aiuto. Cita il Libro dei Libri: “Mosè ritornò e scese dalla montagna con in mano le due tavole della Testimonianza, tavole scritte sui due lati, da una parte e dall’altra.” Esodo 32,15. Un pò pochino per definire la loro forma.

Qualche altro particolare ce lo fornisce il Talmud, scritto 900 anni circa dopo la stesura definitiva della Bibbia. Qui le tavole vengono descritte come due lastre perfettamente quadrate aventi la misura di 46 cm. per lato e la profondita di 23, le misure sono leggermente approssimative visto che l’unita di misura biblica, tefah o palmo in ebraico, è molto difficile da stabilire con esattezza. Comunque una volta unite le due lastre ecco che si formava un cubo che andava ad incastrarsi perfettamente nell’arca dell’alleanza dove veniva alloggiato durante le peregrinazioni nel deserto per poi trovare la sua sede definitiva all’interno del Santuario di Gerusalemme fatto costruire da Re Salomone.

Ancora dal Talmud veniamo a sapere che le scritte erano incise da ambo i lati e sempre perfettamente leggibili,non importa da quale verso le si guardasse. Sempre secondo la tradizione le tavole erano di zaffiro e non di pietra comune. Rimanendo nell’ambito della forma è interessante notare che nei pavimenti mosaicati di molte sinagoghe presenti in Israele, costruite proprio nel periodo talmudico, compaioni numerose rappresentazioni di motivi ebraici (Menorah, Aron hakodesh, arredi e acessori del Santuario) ma mai una rappresentazione grafica delle tavole della legge.

Ancora nel periodo medioevale troviamo delle raffigurazioni di tavole della legge in forma quadrata. La svolta grafica avviene presumibilmente durante il Rinascimento quando le tavole della legge vengono rappresentate per comodità a forma di duttico con la parte superiore arrotondata. E’ questa la forma che verrà poi adottata anche nel mondo ebraico e che figura oggi in quasi tutte le sinagoghe sparse nel mondo.

Da qualche anno a questa parte la questione su come andrebbero rappresentate le tavole del patto (è questa la traduzione letterale dall’ebraico) sta prendendo piede anche nel mondo ebraico, e nel 2015 anche il rabbinato israeliano ha deciso di modificare il suo logo rapresentando le tavole in forma quadrata.

“Non bisogna guardare la brocca, bensì il suo contenuto” recita un detto ebraico paragonabile all’italiano  “non è il saio che fa il monaco”, e quindi anche noi lasciamo perdere la forma delle tavole e concentriamoci unicamente nel messaggio universale dei Dieci comandamenti, o come andrebbero tradotte letteralmente “le Dieci parole”.

2 pensieri su “Ti faccio un cubo così

    • Ciao Adriana, se sia un mito o meno non ha una grande importanza, almeno per me. Nel finale scrivo che faremmo meglio a concentrarci sul messaggio etico-morale che non sulla forma delle tavole. Ho scritto il post perchè mi sembrava una curiosità così poco nota che valeva la pena di renderla nota

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