Fine anni ’70, in Israele esiste ancora un unico canale televisivo, ed ogni venerdì pomeriggio viene trasmesso in lingua originale un film proveniente dal più acerrimo nemico del momento: l’Egitto. Un’inesplicabile contraddizione? No, solo uno dei tanti tasselli del variegato caleidoscopio che è la società israeliana.
L’idea di proiettare dei film provenienti dai paesi arabi era nata per meri motivi propagandistici. Avvicinare la popolazione araba residente in Israele, ma non solo, alla TV israeliana con lo scopo di farli rimanere incollati al piccolo schermo e guardare il TG israeliano in lingua araba trasmesso immediatamente dopo il film.
Ma inaspettatamente quella che doveva essere un’operazione di propaganda diventa un fatto di costume. Il film arabo del venerdì non viene visionato solo dagli arabi o dagli ebrei provenienti da quei paesi, ma diventa una specie di rito collettivo al quale partecipa in gran numero anche la componente ashkenazita del paese. In un’intervista di qualche anno fa, l’attore e regista Assi Dayan, figlio del celeberrimo Moshe Dayan, raccontò di come suo padre pretendesse di non essere assolutamente disturbato durante la proiezione del film, arrivando addirittura a rifiutare le telefonate di Golda Meier e altre personalità politiche e militari israeliane.
Le ragioni di un tale successo furono svariate: i film arabi, soprattutto quelli egiziani, portavano all’estremo le sensazioni e le emozioni. Gli amori, i tradimenti, le ingiustizie sociali, tutto veniva descritto con tonalità così forti che era impossibile non immedesimarvi. I film descrivevano una società borghese, aperta, colta, per certi versi più evoluta e disinvolta di quella israeliana. Così disinvolta che le scene di sesso e i baci appassionati venivano sensibilmente ridotti, un bacio non poteva durare più di tre secondi, una scena di sesso non più di quattro. Inoltre venivano completamente tagliate tutte le scene palesemente anti israeliane o peggio antisemite.
Ma attraverso quali canali questi film riuscivano ad attraversare la frontiera di due paesi constantemente in stato di guerra? In effetti era una specie di giro dell’oca, le pizze dall’Egitto arrivavano in Giordania da dove, attraverso il varco commerciale del ponte di Allenby, venivano trasferite e proiettate nei cinema di Gerusalemme est per poi essere rimandate al mittente percorrendo il senso inverso.
Ma nel periodo di sosta nella città santa, i filmati passavano un paio di giorni negli studi televisivi israeliani dove venivano riversati su delle videocassette. Una volta accortisi delle proiezioni illegali dei propri film in territorio nemico gli egiziani cercarono di capire attraverso quali intermediari i film passavano, seppur per poco tempo, in mani indesiderate. Per far ciò escogitarono un semplice ma ingegnoso sistema: di volta in volta, ad intervalli regolari, venivano incise sui fotogrammi della pellicola delle lettere o dei segni in modo da risalire facilmente al distributore a cui era stata consegnata la copia.
Il rito del venerdì pomeriggio divenne così una specie di armistizio culturale fra due mondi in definitiva più vicini di quello che gli israeliani volessero ammettere a loro stessi. Fu anche una finestra aperta sul mondo arabo, un modo diretto per conoscere la sua musica, il suo umorismo, le sue passioni.
La trasmissione del film arabo del venerdì fu sospesa durante il periodo della prima Intifada, nel 1987, ma il vero colpo di grazia lo diedero la nascita delle tv private via cavo, che aumentarono in modo esponenziale il numero dei canali a disposizione dell’utente israeliano. Dal 2016 i film sono rientrati i maniera fissa nel palinsesto televisivo.
Nel frattempo le cose si sono evolute in maniera vertiginosa, Israele si è evoluto in campo culturale ed economico, mentre il mondo arabo non ha tenuto il passo con la modernizzazione richiudendosi su se stesso e diventando prigioniero di un oltranzismo religioso poco tollerante ai cambiamenti.
L’Egitto non è più un nemico, e neanche la Giordania. Un israeliano può entrare in Marocco nonostante non ci siano rapporti diplomatici ufficiali, Emirati Arabi Uniti e Bahrein hanno da poco firmato degli accordi di pace e normalizzazione. La musica, la letteratura e la cultura araba in generale sono di casa in Israele e di conseguenza il film del venerdì pomeriggio ha perso il suo alone di fascino ed esotismo.