Si è concluso qualche giorno fa, e più esattamente il 12 giugno, il Falafel day, avvenimento che inspiegabilmente non ha ricevuto la copertura mediatica che meriterebbe. In Italia queste polpette di ceci (o fave) fritte nell’olio sono poco conosciute e, lasciatemelo dire, anche non tanto buone, in Israele invece sono uno dei capisaldi dello street food del paese.
Ancora oggi è indubbia l’origine certa dei falafel. C’è chi sostiene che abbiano origine nel lontano Egitto. La base tipica erano i fagioli (l’etimologia della parola, infatti, è “con molti fagioli”), scendendo nello specifico una delle teorie più accreditate parla di una pietanza tipica dei Copti, i cristiani indigeni dell’Egitto, che li mangiavano nei periodi di astinenza dalla carne, come durante la Quaresima per esempio. Un altra teoria parla di un’origine decisamente più orientale, l’India, dove molti tipi di legumi vengono fatti friggere.
In ogni caso i falafel egiziani sono costituiti principalmente da fave unite con diverse spezie. Nel loro procedere verso il levante, le fave sono state sostituite dai ceci mettendo così pianta stabile nella zona medio orientale.
Mentre per quasi tutti i paesi della zona i falafel sono rimasti una specie di stuzzichino, in Israele hanno subito un vero e proprio aggiornamento e costituiscono tranquillamente un pasto. La rivoluzione israeliana ruota attorno alla pitta, un pane circolare cavo all’interno, che è il contenitore base di tutti i street food israeliani. Grazie a questo particolare tipo di pane è possibile accompagnare le palline di ceci con una sterminata serie di contorni: pomodori, melanzane, lattuga, cipolle, ecc. senza dimenticarsi di aggiungere anche la thina, una salsa a base di sesamo che aggiunge un ulteriore tocco di esotismo orientale.
I falafel vanno mangiati appena fritti, è in quel momento che raccolgono al loro interno il massimo della fragranza e del sapore. Bisogna anche cercare di trovare la pitta della giusta consistenza, abbastanza spessa da non disintegrarsi durante la consumazione impedendo così la fuoriuscita delle numerose componenti pigiate all’interno della stessa.
Per la sua composizione rappresenta la soluzione perfetta per accontentare praticamente tutti i gusti: è economico, vegano, ricco di proteine, insomma un piatto unico che alla fine ti lascia sazio e rasserenato. E’ umanamente possibile stabilire quale sia il miglior falafel in Israele, dovete rassegnarvi e provare i più quotati per arrivare a poter stilare la vostra personale graduatoria. Nel corso di questa stancante ma indispensabile ricerca vi accorgerete che nonostante la giovane età, Israele ha indubbie radici aristocratiche, visto che moltissimi baracchini portano con orgoglio sulla loro insegna il titolo di “Re del falafel”
BUON APPETITO!!!