Stasera comincia lo Shabbath, il Sabato ebraico. Per chi lo osserva integralmente è una giornata di completo riposo: non si lavora, non si cucina, non si viaggia, niente tv, computer e radio e soprattutto niente telefonini!
Si sta a casa, si prega e si passa la maggior parte del tempo in famiglia. Chi lo osserva assicura che ti garantisce un relax assicuro e ti ricarica le batterie per la settimana a venire. L’isolamento forzato di questo periodo è l’occasione perfetta per controllare se lo Shabbath funzioni. Da stasera fino al tramonto di domani provate a limitare al minimo i contatti con l’esterno, per ritrovare voi stessi e il rapporto coi vostri familiari e i vostri amici
Per invogliarvi ad una maggiore introspezione ed a una riscoperta di valori dimenticati o trascurati oggi vi dedico una versione un pò “frikkettona” di uno dei più noti canti liturgici ebraici “Lehà dodi” traducibile in “Vai mio amato”. Il Sabato viene paragonato ad una sposa che va accolta e ospitata con tutti gli onori.
Eccovi la traduzione:
Vieni mio Amato, incontro alla Sposa, accogliamo lo Shabbat.
Osserva e ricorda: con una sola espressione
ci ha fatto udire il Dio Unico
Il Signore è uno e uno è il suo nome
per fama, lode e gloria.
Vieni mio Amato, incontro alla Sposa, Accogliamo lo Shabbat.
Orsù andiamo incontro allo Shabbat
perché è la fonte della benedizione.
Dalle origini più antiche fu stabilito
Fu l’ultimo ad essere creato, ma il primo ad essere pensato.
Vieni mio Amato, incontro alla Sposa, Accogliamo lo Shabbat.
Santuario del Re, città regale,
sorgi, esci dalla distruzione;
hai vissuto abbastanza nella valle del pianto
Egli avrà pietà di te
Vieni mio Amato, incontro alla Sposa, Accogliamo lo Shabbat.
Destati, destati, perché è giunta la tua luce, alzati, risplendi
svegliati e intona un canto
la gloria del Signore si è manifestata su di te
Shabbath Shalom