Scende la pioggia


Ascolta. Piove
dalle nuvole sparse.
Piove su le tamerici
salmastre ed arse,
piove sui pini
scagliosi ed irti,
piove su i mirti
divini,
su le ginestre fulgenti
di fiori accolti,
su i ginepri folti
di coccole aulenti.

La pioggia nel pineto. Gabriele D’Annunzio

In Israele sta piovendo, e molto. Molto di più degli ultimi anni, e in un paese dove la stagione delle piogge è limitata fra novembre e marzo-aprile, ogni goccia di pioggia ha una valenza enorme e si porta dietro tutta una serie di costumi tipici di questo paese.

Il fulcro della stagione piovana gira attorno al Kinneret, il lago di Tiberiade, per decenni usato come un enorme serbatoio d’acqua potabile che forniva gran parte del paese. Ogni israeliano sa che nel Kinneret esistono due linee rosse invalicabili: la più bassa, -213 m. sotto il livello del mare, impedisce il pompaggio dell’acqua nell’acquedotto nazionale, la linea superiore,       – 208,9 m. implica l’apertura di una diga che si trova nella parte meridionale del lago per impedire l’allagamento di Tiberiade e dei vari centri abitati che sorgono sulle sponde del Kinneret.

Questi dati vengono aggiornati quotidianamente durante i notiziari serali, e l’alzarsi o l’abbassarsi del livello idrico è fonte di conversazioni e dibattiti e incide in maniera impressionante sul morale nazionale. L’inverno 1991-1992 è la pietra di paragone per i tuttologi del meteo, città allagate, treni bloccati, nevicate anche a bassa quota. A casa mia ancora si parla di come il kibbutz restò isolato per tre giorni, al punto che bisognò gettare il latte appena munto, visto che la cisterna frigorifera dove veniva immagazzinato era già colma!

Sono passati quasi trent’anni e sembra che le precipitazioni stagionali raggiungeranno o adirittura supereranno il record di allora. I dati fanno ben sperare, il livello del lago si è alzato di 3 metri, ma ne mancano ancora 1,22 per arrivare al pericolo inondazione e poter così aprire dopo decenni la mitica diga di Degania, aumentando così la portata idrica del Giordano e del Mar Morto. In un paese dove l’attualità cambia a ritmo vertiginoso, l’interesse per la situazione idrica può sembrare surreale, illogico se non adirittura morboso, ma questa è una delle particolarità di un paese che si è confrontato da sempre con l’emergenza acqua.

E dopo aver cominciato questo post con una poesia del Vate terminerò con un’altra poesia, questa volta frutto della penna di Rahel Bluwstein, o semplicemente Rahel, una delle più famose poetesse israeliane. Rahel è famosa fra l’altro per aver descritto la vita dei pionieri che cominciarono ad abitare i primi insediamenti attorno al lago di tiberiade, lei stessa abitò per un breve periodo a Degania, la madre di tutti i kibbutzim. Moltissime delle sue poesie sono diventate canzoni famosissime e trasmesse tuttora nei programmi radiofonici. Eccovi delle brevi righe di “E forse” ambientata proprio sul Kinneret.

E forse, le cose non accadero mai/ mio Kinneret, o mio Kinneret, sei reale o è stato tutto un sogno?

Ai posteri l’ardua sentenza…

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