Se lo vorrete non sarà un sogno


“Oggi a Basilea ho fondato lo stato ebraico” è una delle frasi più conosciute dall’israeliano medio, insieme a quella del titolo. Sono le frasi con le quali Teodoro Herzl, il fondatore del movimento sionistico, è riuscito a trascinare col suo carisma centinaia di migliaia di persone trasformando una diaspora di ebrei sparsa nel mondo in un popolo conscio delle sue potenzialità. Sono trascorsi più di 120 anni da quando l’allora 37enne giornalista e commediografo ungherese scrisse la sua profetica frase.

E’ proprio in questi giorni infatti, e più esattamente dail 29 al 30 agosto 1897, che si tenne a Basilea il primo Congresso Sionista. Col senno di poi è impressionante la mole di risultati che un allora perfetto sig. Nessuno riuscì a concludere nella sua breve vita politica. Come migliaia di suoi correligionari anche Herzl subì numerosi atti di antisemitismo, molto prima che il processo Dreyfuss agisse da catalizzatore trasformandolo nel “re degli ebrei”, come venne in seguito definito dagli strati più semplici del suo popolo.

La coscienza che nonostante l’emancipazione la popolazione europea era ancora profondamente impregnata di un antisemitismo impossibile da estirpare, fu il motivo principale che lo portò alla conclusione che il problema ebraico si potesse risolvere soltanto con la creazione di uno stato ebraico da cui i suoi abitanti avrebbero potuto trattare da pari a pari con il resto delle nazioni.

Non è casuale che la fondazione del movimento sionista avvenga nello stesso anno di quella del Bund, l’unione generale dei lavoratori ebrei. Entrambe le organizzazioni erano le espressioni più genuine delle aspirazioni del popolo ebraico della fine del 19simo secolo e dell’inizio del successivo. Da una parte la ricerca di un’auto determinazione nazionale per molti ormai indispensabile, dall’altra la richiesta di un’autonomia culturale all’interno dello sforzo socialista di creare un unica società giusta e solidale.

La figura del fondatore del sionismo moderno è molto più profonda dello stereotipo dell’uomo con la folta barba nera appoggiato al balcone dell’hotel Les troi rois di Basilea. Per quanto dotato, Teodoro era in definitiva un bravo giornalista e un onesto commediografo, eppure ebbe l’ardire e la sfrontatezza di trattare da pari a pari coi potenti dell’epoca nell’invana ricerca di quel “charter” che avrebbe permesso, col consenso del Sultano turco e delle grandi potenze dell’epoca, la creazione dello stato degli ebrei.

Uno stato di concezione social democratica, dove la giornata lavorativa durava sette ore e i modelli di assistenza sociale doveva essere all’avanguardia. Intellettuale illuminato, figlio dell’impero austro ungarico, una volta giunto nel suo primo e unico viaggio in palestina, Herzl adotta immediatamente gli usi levantini in vigore nella terra che avrebbe dovuto assorbire le grandi masse ebraiche. Al passare dell’Imperatore Guglielmo II, giunto in visita ufficiale nella scuola agricola di Mikvè Israel, Herzl si fa avanti a spintoni per stringere la mano del Kaiser e promuovere la causa sionista. Il primo prototipo della hutzpah israeliana.

La grandezza di Herzl è stata quella di aver avuto il carisma e la forza necessari per trasformare un’idea allora improponibile in un movimento di massa. Attorno alle sue convinzioni visionarie si è formò prima un’idea politica e dopo un vero e proprio movimento popolare che credette fermamente nella rinascita di un popolo ormai ritenuto definitivamente disperso.

Non penso sia esagerato affermare che questo personaggio così particolare sia stato in grado di cambiare il corso della storia per molti versi, e rimarrà per sempre un simbolo indelebile nella lunga e travagliata storia del popolo ebraico. Non dimentichiamolo, Herzl era un drammaturgo, e questa opera è stata il suo maggior successo.

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