In tutto il mondo la gastronomia è una cosa seria e sui prodotti locali non si scherza. Per non parlare poi dell’Italia dove tradizioni secolari hanno determinato dappertutto prodotti di grande qualità e prestigio. Tutto questo per anticipare che il post di oggi si occupa di prodotti alimentari presenti solo in Israele, o perlomeno sconosciuti al grande pubblico al di là delle bibliche frontiere. Chi dei miei fedeli lettori non ebrei e/oisraeliani ha mai sentito parlare di bamba, milky, goldstar, ptitim e crembo? Per colmare questa enorme lacuna non ci resta che entrare in un normale supermercato israeliano, carrello alla mano, e girovagare fra gli scaffali alla scoperta di un mondo alimentare sconosciuto, e forse per questo molto interessante.
Bamba: lo snack israeliano per eccellenza, consumato dalla più tenera età, forse adirittura di più del latte materno. Il bamba è un misto di mais e burro d’arachidi, in commercio dal 1964 sotto diversi gusti, fino ad arrivare a quello definitivo un paio di anni dopo. Il nome non ha nessun significato, ma è formato da delle sillabe fra le prime espresse nel linguaggio infantile. Non esiste nessun israeliano che non lo abbia assaggiato almeno una volta in vita sua, è molto popolare anche nel settore arabo.
Crembo: un guscio di cioccolato con un cuore di albume e la base di un biscotto. Si commercializza solo in autunno/inverno affinchè la temperatura non ne rovini il gusto. Esistono diverse scuole di pensiero su come vada consumato la “testa dello schiavo” o ras el avad, il nome arabo di questo popolare dolcetto. La più popolare è quella di lasciare la base di biscotto per ultima, ma ci sono almeno altre 5-6 soluzioni. A differenza di tutto il repertorio qui proposto, il crembo è stato importato da alcuni paesi europei intorno agli anni ’40.
Ptitim: delle palline di pasta precotti da usare come primo, assomogliano molto alla fregula sarda. I ptitim sono nati nei primi anni cinquanta quando il paese stava vivendo un periodo di austerità economica conosciuta come “zenna”. I generi alimentari erano razionati e vi era una grossa mancanza di riso, elemento fondamentale nella dieta quotidiana di tutti i nuovi immigrati provenienti dal nord Africa e dall’Asia. L’allora primo ministro dell’epoca, David Ben Gurion, dette ordine di produrre un alimento che potesse in qualche modo rimediare all’inconveniente. Da allora quello che doveva essere un palliativo temporaneo è diventato un alimento popolarissimo soprattutto fra i bambini. In Israele è conosciuto anche come “il riso di Ben Gurion”.
Shkedei Marak: sono dei piccoli crostini dorati da mangiare insieme alla tradizionale minestra di pollo. Non esiste israeliano che viva all’estero che non ne abbia nostalgia e cerchi in tutti i modi di procurarseli tramite parenti e amici in transito. Uno dei maggiori contributi israeliani alla cucina mondiale.
Cottage: un formaggio fresco bianco e granuloso, molto più buono dell’ononimo formaggio americano. E’ disponibile in diverse quantità di grassi, dal 3% al 9%. Da assaggiare! Il cottage è ancora rimasto scolpito nella memoria degli israeliani per aver provocato nel 2011 la più grande rivolta dei consumatori israeliani. Esasperati dal caro vita e dal fatto che lo stesso identico prodotto costasse fino al 20% di meno all’estero portò decine di migliaia di cittadini ad occupare uno dei principali viali di Tel Aviv per tutta l’estate.
Goldstar: la più popolare e migliore birra israeliana in commercio, punto!
Caffè (nero): gli israeliani sono gente pratica dai modi spicci. Nonostante anche qui siano arrivati tutti i tipi di caffè dall’espresso al macchiato, dal lungo al percolato e via dicendo, il modo più popolare è di consumarlo alla turca. Ma mentre un autentico caffè turco richiede una certa preparazione, la scorciatoia israeliana è quella di versare dell’acqua bollente in un bicchiere dove è stato precedentemente posto un cucchiaino di caffè e aspettare che questi si posi sul fondo. Il risultato è una bevanda con un fondo fangoso, da qui la denominazione israeliana di caffè fango.
E se già siamo entrati in un supermercato non dimenticatevi l’angolo delle olive e dei sottaceti, dove tutto viene esposto liberamente e tutti gli assaggini sono leciti e incoraggiati, una vera miriade di gusti e colori.
Chiaramente la lista presentata è letteralmente solo un piccolo assaggio di tutte le cose strane che si possono trovare in un paese straniero, ma la lista descrive i prodotti più rappresentativi del gusto israeliano.
Provare, anzi assaggiare, per credere.
La Goldstar non mancava mai davanti al mio compagno, quando siamo venuti in Israele! Io amo la pita con lo zattal, ma mi hai fatto incuriosire sul Riso di Ben Gurion 🙂 lo proverò!!! Probabilmente torniamo in settembre. 😉
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Fino a qualche anno fa la pubblicità della birra recitava “dai al maschio la Goldstar!”
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e davanti a me del buon vino! 🙂 😉
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“Shkedei Marak: sono dei piccoli crostini dorati da mangiare insieme alla tradizionale minestra di pollo. Non esiste israeliano che viva all’estero che ne abbia nostalgia e cerchi in tutti i modi di procurarseli tramite parenti e amici in transito.”
Intendeva per caso “Non esiste israeliano che viva all’estero che NON ne abbia nostalgia…”?
In questo caso mi invoglierebbe a provarla in Marzo, quando verrò lì. un saluto
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Grazie per la correzione Ema, provvedo subito. Ogni tanto scrivo troppo di fretta e non mi prendo la briga di rileggere il tutto prima di pubblicare il post.
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