Come ho già scritto in un altra occasione, la città di Haifa è ingiustamente trascurata dai tradizionali percorsi turistici di chi visiti Israele. Questo vale anche per gli israeliani che sono troppo affacendati a passeggiare per la Galilea, il Golan ed il deserto del Neghev. Eppure la città portuale del nord ha un suo fascino indiscutibile, bisogna solo cercarlo attentamente e con un pò di pazienza si verrà ripagati da piccole perle di grande valore. Uno dei suoi grandi pregi è sicuramente la capacità di far convivere in un’atmosfera tollerante piccole e grandi religioni non sempre accettate in un contesto così estremamente radicale come può essere il Medio Oriente. A parte l’esempio più lampante della religione Bahai esiste un’altra piccola minoranza religiosa quasi completamente sconosciuta, gli Ahamedim di Kababir.
Kababir è il nome di un quartiere della città situato sul versante occidentale del Carmelo, a metà strada fra la parte alta della città ed il mare. Ma nel 1850 Kababir era poco meno che un villaggio fondato da alcune famiglie musulmane spostatesi dalla zona di Na’alin nella Samaria per sfuggire al reclutamento obbligatorio in vigore nell’impero ottomano, degli autentici renitenti alla leva.
L’etimo del nome non è chiaro, c’è chi lo collega al cespuglio del cappero e chi al forno dove si lavorava la calce, una delle principali fonti di reddito degli abitanti. In ogni caso la parte che più ci interessa comincia a svilupparsi nel 1927 quando arrivarono nella zona i primi predicatori dell’Ahmadiyya, la nuova variante dell’Islam.
L’Ahmadiyya è nata nel 1889 nella città di Qadian parte della regione indiana del Punjab. Il suo fondatore è noto ai suoi fedeli col nome di Hazrat (Eccellentissimo) Mirza Ghulam Ahmad che tanto per cambiare afferma di essere il nuovo Messia, cosi tanto atteso da tutte le religioni. Krishna, Confucio, Zorohastro, Mahdi e Gesù sono tutti nomi di un unico grande riformatore che riunirà tutti i credenti monoteisti sotto un unica fede, quella dell’Islam.
Gli Ahamedim credono in un Islam tollerante e illuminato, in armonia col creato e fattore di mediazione fra Dio e l’uomo. Rifiutano assolutamente qualsiasi violenza o costrizione per avvicinarsi al loro credo convinti che solo una dialettica calma e ragionata possa convertire o avvicinare il resto dell’umanità alla loro fede.
Fra le numerose tradizioni di questa corrente dell’Islam (considerata comunque eretica), spicca particolarmente la credenza per la quale Gesù non mori sulla croce, ma venne salvato e curato dai suoi discepoli nella grotta in cui doveva essere sepolto. Dopo tre giorni venne fatto uscire clandestinamente dalla città alla volta di Cafarnao, da li attraverso le numerose comunità ebraiche presenti nella diaspora arrivò finalmente in India dove visse insieme a sua madre ed i suoi familiari fino alla venerabile età di 120 anni. A testimonianza di questa teoria è possibile visitare la sua presunta tomba nella città di Sringar, nel distretto del Kashemire.
La comunità presente a Haifa è molto ospitale, disposta al dialogo e aperta a tutti i visitatori. Come ho scritto in apertura il vecchio villaggio è stato fagocitato dalla città ed è impossibile distinguere fra le palazzine presenti chi abiti dove. Solo la moschea si innalza nella sua maestosità ed i suoi due minareti sono ben visibili da chi si trovi sulla spiaggia sottostante.
Perseguitati nella loro zona d’origine (l’attuale Pakistan) gli Ahamedim hanno trasferito dal 1984 in Inghilterra il loro centro mondiale. Stimano i loro credenti in quasi 200 milioni di fedeli, ma è una cifra poco attendibile e difficile da verificare. In ogni caso fanno parte anche loro di diritto di questo meraviglioso e complesso caleidoscopio chiamato Israele.