La storia di oggi è il racconto di una scuola elementare della zona sud di Tel Aviv. La scuola si chiama Tel Hai ed è situata in una delle zone col coefficiente socio economico più basso della città, il quartiere di Kfar Shalem. Il lato piccante della storia è che gli alunni aprono la giornata di studi con delle sessioni di meditazione il cui scopo principale è quello di aprirsi agli altri ma anche di essere in grado di recepire i messaggi inviati dai loro compagni. Il corpo insegnanti non si accontenta solo della meditazione per stimolare i propri allievi e si avvale di altri strumenti poco ortodossi per coinvolgerli e migliorare le loro prestazioni. E i risultati non si sono fatti attendere visto che Tel Hai è arrivata al terzo posto nazionale nei test Invalsi delle scuole elementari israeliani. L’artefice di questi sensazionali risultati è Einat Bergher, energica e combattiva preside che da oltre quindici anni guida i 500 e passa alunni che frequentano annualmente il suo istituto. Dopo un primo periodo di insegnamento affrontato con i metodi tradizionali, Einat, insoddisfatta dei risultati e dell’atmosfera negativa dalla quale si sentiva circondata, decise di prendere un anno sabbatico e frequentare un corso di psicologia transpersonale. Gli studi, la predisposizione per la filosofia buddista e una concezione educativa olistica sono state le fondamenta sulle quali è stato possibile costruire il cambiamento.
Il concetto di fondo è quello di riuscire a rivelare al bambino la sua bellezza e la sua forza interiore, indirizzarlo verso le materie o i campi d’interesse nelle quali può svilupparsi al meglio. Per realizzare al meglio il concetto educativo la scuola propone numerose alternative alle materie tradizionali che però non vengono assolutamente trascurate. Laboratori di falegnameria, musica, robotica, ballo da sala e altro ancora sono il punto di partenza dove rafforzare la propria sicurezza ed autostima per affrontare al meglio il resto del percorso scolastico.
Uno dei motti della scuola elementare di Einat è “Scelta e responsabilità”, un concetto che coinvolge tutti i componenti del processo educativo. I maestri hanno un campo d’azione molto vasto e non si sentono limitati dalle pastoie dei tradizionali piani di studio ministeriali. I ragazzi, grazie alla meditazione ed altri processi di dinamica di gruppo, si rivelano molto più sereni e attenti oltre ad acquisire strumenti utili ad affrontare situazioni con un grado di difficoltà sempre più grande.
La scuola è parte integrante della comunità circostante, e come tale include al suo interno figli di lavoratori extracomunitari, per lo più provenienti dall’Eritrea e dal Sudan. Einat ci tiene a sottolineare che l’obiettivo principale della sua scuola è quello di indirizzare quanti più alunni agli studi universitari, e già dalla prima elementare tutto il percorso didattico persegue questo obiettivo. E come abbiamo visto i risultati ottenuti non fanno che confermare l’enorme potenziale di questo approccio così poco ortodosso.
Il sistema educativo di Tel Hai è in funzione da diversi anni ed il Ministero dell’istruzione israeliano lo monitora costantemente dopo averne constatato la bontà del metodo. Per il momento è ancora un caso limitato anche se esistono numerosi collegamenti con altre scuole. Sarà vero che la meditazione possa risolvere la maggior parte dei problemi educati nelle scuole? Vale almeno la pena di pensarci su.
Meditate gente, meditate…