La storia di oggi assomiglia ad una favola perfetta, morale e lieto fine compresi, una favola che si svolge fra un villaggio druso di nome Yarka e Nazareth la maggiore città araba d’Israele. In mezzo ci stanno tutti i tasselli del complicato mosaico israeliano: uomini e donne con le loro diversità, la loro cultura, il loro impegno politico, le loro religioni. Uno sforzo continuo per cercare il giusto baricentro che ci permetta di continuare a procedere su una fune sospesa sul baratro dell’incomprensione e dell’odio dell’uno verso l’altro.I protagonisti di questa favola sono i componenti della famiglia Hamud, una famiglia drusa abitante il villaggio di Yarka, situato nella parte alta della Galilea, ad una ventina di Km dal confine Libanese. Yarka è una località tranquilla, relativamente fuori mano e senza nessuna attrazione turistica particolare, per arrivarci il vostro Tomtom dev’essere in particolare forma, ma non c’è di che essere preoccupati, qualsiasi israeliano in cerca di buoni affari sa esattamente dove si trova visto che Yarka è la capitale degli outlet.
Forse esagero un pò, ma è innegabile che in un villaggio di circa 15mila abitanti esista tutta una serie di ipermercati che spaziano dal settore alimentare all’abbigliamento passando per il mondo dei giocattoli e quant’altro ancora. Essendo della zona conosco il posto già da molti anni ed ho potuto seguire da vicino come un negozietto d’abbigliamento di poche centinaia di metri quadrati sia diventato uno dei più grandi in assoluto di tutto il paese e di come sia assolutamente sconsigliato aggirarsi fra i suoi scaffali durante il week end quando migliaia di israeliani provenienti anche dal centro del paese prendano d’assalto il megastore.
Visto il successo nel settore dell’abbigliamento un ramo dei Hamud si è separato dal redditizio business dell’abbigliamento per cimentarsi in un campo più impegnativo, il settore alimentare, dove esistono catene alimentari competitive ed agguerrite. Ed anche lì la favola del successo è stata costruita giorno per giorno, seguendo sempre una rigorosa politica di prudenza.
“Ma per riuscire alla grande bisogna pensare in grande” sostengono gli americani e la giovane generazione dei Hamud ha raccolto la sfida riuscendo a convincere la parte più conservatrice della famiglia ad investire di tasca propria l’equivalente di 60 milioni di euro per costruire un mega complesso di più di 18mila metri quadri, una zona ristoranti per 750 persone, un parco giochi per bambini compreso di animatori e baby sitter e tre piani coperti di parcheggio. Si parla della più grande struttura del settore del Medio Oriente!
I “Magazzini alimentari”, questo è il nome della catena, hanno aperto i battenti di Nazareth pochi mesi fa e dopo un inizio promettente si sono trovati loro malgrado, in mezzo ad una delle peggiori tempeste degli ultimi anni: l’operazione “Protective Edge”. La guerra svoltasi nel sud del paese è diventata una sfida per tutta la società israeliana. Le tensioni fra arabi ed ebrei si sono riacuite, e scenari inimmaginabili fino a pochi anni fa di odio e razzismo sono apparsi un pò dappertutto, specialmente all’interno di twitter e facebook.
E così la realtà è venuta a ricordarci la complessità del nostro presente: degli imprenditori drusi che hanno aperto un ipermercato destinato a servire una zona mista di ebrei, cristiani e musulmani hanno scoperto una volta di più di quanto sia fragile l’equilibrio della società israeliana. I mesi della guerra e del digiuno del Ramadan si sono rivelati deludenti e decisamente al di sotto delle aspettative con le corsie del supermercato destinate a ricevere migliaia di visitatori al giorno semivuote.
Adesso è giunto il momento delle feste ebraiche, il capodanno ebraico è alle porte (comincerà mercoledi sera) ed a quanto pare il cibo non è mai abbastanza visto che nella sola giornata di sabato più di 15mila visitatori hanno affollato il complesso. Un servizio televisivo nel telegiornale di stasera non può aver fatto altro che aumentare l’entusiasmo rispetto al progetto aumentandone le possibilità di successo.
Sono sicuro di averlo già scritto diverse volte e non mi stancherò di ripeterlo: l’unica possibilità di una vita normale e dignitosa per tutti in Israele passa per il benessere economico. La forza militare da sola non può garantire una società solida ed evoluta socialmente senza la sicurezza di una stabilità economica di ognuno di noi.
Tanti auguri per un sereno 5775 a tutti noi, Rosh ha Shanà è la ricorrenza della creazione del mondo, dunque della nascita delle prime creature umane ed in definitiva dell’umanità intera.
Shanà tovà a te, chiunque tu sia. 🙂
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Non esageriamo sul misterioso, ci sono abbastanza dettagli sul mio profilo. Comunque Shanà tovà anche a te
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Ora cerco… se ti becco ti chiedo l’amicizia su fb 😉
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