Indovina chi viene a cena


 

bergoglio

 

La prima visita di un pontefice in Israele fu quella di Paolo VI nel 1964, un incontro un pò freddino fra il papa e i rappresentanti del giovane Stato Ebraico. L’incontro ufficiale non si svolse a Gerusalemme come da protocollo, ma vicino a Meghiddo, l’apocalittica Armagheddon del Nuovo Testamento. Da un lato Paolo VI aveva dei seri problemi a legittimare lo Stato d’Israele con una visita ufficiale dall’altro Israele contava di fondare sulla visita papale le nuove basi per rafforzare il dialogo ecumenico e la sua immagine diplomatica.Le successive visite di Giovanni Paolo II e di Benedetto XVI hanno rafforzato e cambiato in maniera fondamentale i rapporti fra il Soglio pontificio e Israele. In una prospettiva del genere la visita di papa Francesco è vista senz’altro ancora come un’avvenimento degno di nota da parte dei media israeliani, a differenza dell’uomo della strada, troppo occupato dagli assilli quotidiani per approfondire i significati che una tale visita comporta. Significati numerosi e importanti, vediamo di elencarni alcuni.

Israele è per i cristiani il posto più sicuro del Medio Oriente. La libertà di culto è garantita e tutelata, il numero della minoranza cristiana è in aumento 161 mila nel 2013 a fronte dei 158 mila dell’anno precedente, una crescita minima ma non indifferente se si tiene conto che il tasso di natalità della minoranza cristiana è il più basso del paese. Un segno tangibile di quanto i tempi stiano cambiando e quanto sia grande la volontà dei cristiani d’inserirsi maggiormente nel tessuto sociale del paese è l’aumento dei volontari arruolatisi nell’esercito, una cosa impensabile sino a poco tempo fa.

Il papa visiterà fra l’altro “Yad va Shem”, il museo dell’Olocausto e deporrà una corona di fiori sulla tomba di  Theodor Herzl, il fondatore del Sionismo. Un gesto quest’ultimo di enorme significato simbolico e politico.

La visita in Terra Santa è la sua prima visita ufficiale al di fuori dell’Italia, se si esclude il viaggio in Brasile, programmato sotto il papato di Ratzinger. Viste le enormi aspettative dei brasiliani papa Francesco non annullò la visita. La visita in Israele rispecchia quindi l’importanza della culla del cristianesimo agli occhi del papa argentino.

La visita di papa Bertoglio ha anche un particolare valore simbolico all’interno del variegato mondo cristiano. E’ previsto infatti un incontro trilaterale a cui parteciperanno Bartolomeo, il Patriarca della chiesa Greco Ortodossa e Bechara Boutrus Rai, il Patriarca Maronita. Quest’ultimo risiede in Libano, cosi che per i fedeli maroniti sara’ questa forse la prima e unica occasione di incontrare da vicino la loro maggiore guida spirituale. Per inciso, la visita di Rai è stata osteggiata sino all’ultimo da Hezbollah, il partito di Dio,  la maggiore forza militare Libanese, considerata da Israele e da molti paesi occidentali un’organizzazione terroristica.

Il viaggio di papa Francesco sarà più breve di quello dei suoi predecessori, cosa che precluderà la visita dei luoghi santi della Galilea: Nazaret, Cafarnao, Tabha e la chiesa delle beatitudini, provocando non poche delusioni fra i residenti cristiani del nord d’Israele. La visita del papa si svolge in un momento nel quale il fenomeno del “Tag Mehir” è in continuo aumento, un grosso grattacapo per le forze della sicurezza israeliane, tenendo presente il fatto che Francesco non ha nessuna intenzione di girare a bordo di una vettura corazzata. Al di là della sicurezza c’è soprattutto un preoccupante segnale d’intolleranza religiosa che va stroncato sul nascere con una politica di “tolleranza zero”.

Al di là di quanto scritto finora papa Francesco sta rivelandosi un Pontefice completamente diverso dai suoi predecessori, soprattutto nel suo comportamento molto più umano e umile. Una cosa che aggiunge molti punti agli occhi dell’opinione pubblica israeliana. Ne è testimonianza il libro scritto a quattro mani con rav Abraham Skorka, “Il cielo e la terra” dove si parla di vita dopo la morte, famiglia, shoà e conflitto israelo-palestinese. Il successo del libro diede il via ad una serie di colloqui televisivi sul canale della TV episcopale argentina.

Una piccola curiosità, la gestione del Santo Sepolcro è divisa fra cinque chiese: greca, siriana, cattolica, copta e armena. Per attuire al massimo le inevitabili divergenza le chiavi della chiesa sono affidate dal 638 (in mezzo bisogna tenere conto della dominio crociato) alla famiglie musulmane dei Nuseibeh e dei Joudeh. A loro il compito di aprire il Santuario alle cinque del mattino per poi richiuderlo alle nove di sera.

Come accennato prima la visita di un papa è sempre un avvenimento eccezionale, quello che può trasformare il viaggio di Francesco in qualcosa di veramente speciale sarà il grado di empatia che saprà trasmettere a israeliani e palestinesi rilevandosi cosi un uomo al di sopra delle parti.

 

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