E’ scomparso Arik Einstein, non posso dire se sia stato il miglior cantante israeliano di tutti i tempi, ma sicuramente e’ stato uno dei piu’ significativi, le sue canzoni sono da sempre parte integrante della colonna sonora della cultura israeliana. Arik faceva parte della vecchia guardia della musica israeliana, antitesi assoluta delle nuove generazioni di cantanti “usa e getta” sfornati in continuazione dai reality televisivi. Arik rappresentava il consenso musicale, e in una societa’ come quella israeliana, cosi’ divisa fra laici e religiosi, askenaziti e sefarditi, ricchi e poveri non e’ cosa da poco. In Israele al di la della sua strameritata fama artistica era conosciuto per il suo attaccamento ai colori dell’Hapoel Tel Aviv, la squadra di calcio per cui faceva il tifo. Nella sua versione israeliana di “Azzurro” ci racconta in modo autoironico come nonostante i numerosi “te lo avevamo detto” degli amici si ostini a scegliere i colori della casacca sbagliata. Einstein era anche famoso per i suoi continui rifiuti di esibirsi dal vivo nonostante le continue richieste accompagnate da cachet di tutto rispetto. La morte di Arik rappresenta la fine di un’epoca, quando Israele era piu’ semplice, piu’ modesta e molto piu’ umana di come lo sia adesso, o forse e’ solo nostalgia per qualcosa che e’ andata e non tornera’ piu’. Molti di noi ne sentiranno la sua mancanza, ma le sue canzoni ci accompagneranno ancora per molto tempo.
Aggiungo qui il link di una canzone che per me ha un valore affettivo. E’ la prima camzone di Arik Einstein che hanno provato a insegnarmi in Israele. Mi ero appena arruolato e durante un ulpan gestito dall’esercito per olim hadashim la maestra soldato ebbe la bella idea di voler insegnarci il testo di questa canzone “Yazanu At”‘ “uscimmo lentamente”, che e’ ricca di parole e frasi molto ostiche per chi e’ alle prime armi con l’ebraico. Durante quelle lezioni l’unica cosa che c’interessava era quella di poter dormire il piu’ possibile per cui l’apprendimento del testo si rivelo’ abbastanza scarso. Non unisco la traduzione per obbligarvi a sforzarvi un po’ anche voi.